Pagine in costruzione, abbiate fede sto studiando
Anno 1961 quando la fotografia era già un mio hobby (vedi la macchina fotografica al collo)
1972 quando andavo scuola d'arte
Anno 1967 Pierre e Paul isole Tremiti
Anno 1968 Pierre e Paul a Santa Maria Maggiore: solo la morte ci separò.
Scusate ma vorrei crearmi uno spazio per i miei ricordi di gioventù (mitici anni 60)
I "mitici" anni 60
Alcuni giovani sentendo parlare dei fatidici anni 60 si chiedono: ma cosa c'era di così magico e irripetibile in quegli anni? Perché ogni tanto si rievocano con tanta nostalgia?
Io, ragazzo di allora (nel 1960 avevo 15 anni) li ho vissuti in prima persona, molto "intensamente", cercherò di spiegarvi nel modo più obiettivo possibile come si viveva e cosa succedeva in quel periodo particolare.
Era iniziato da poco il boom economico, le fabbriche lavoravano a pieno ritmo, la gente cominciava ad avere qualche soldo in tasca, noi ragazzi sognavamo il "motorino" (il classico scooter di oggi di cc. 48/50), qualche diciottenne di famiglia numerosa aveva già la "macchina (la classica 500 o 600 di quegli anni), ma era un sogno proibito per me.
I ragazzi più grandi di noi organizzavano i primi "festini" con le ragazze in casa di amici, ma che saranno mai questi festini? Qualcuno di voi si chiederà.
Le ragazze non erano "libere" come oggi, poche frequentavano i bar e solo di domenica pomeriggio (alcune andavano anche a ballare nei paesi limitrofi) raramente di sera, si pensò cosi di inventare i "festini" per conoscere qualche ragazza.
Si organizzava una "festa da ballo" a casa di qualcuno che aveva un locale a disposizione (possibilmente lontano da occhi indiscreti come ad esempio i genitori o fratellini ecc.), base essenziale; un giradischi, dischi con canzoni "lente" (tipo "una lacrima sul viso" di Bobby Solo), musica che ti permetteva di ballare quasi fermo, qualche bibita, poca luce. Si invitavano le ragazze cercando di essere in parità fra maschi e femmine, in modo che nessuno portasse il "moccolo" (rimanesse solo senza compagna). Durante la "festa" ci si "provava", ossia si cercava di trovare la ragazza che ci "stava" (non pensate male), ossia che le piacevi, cercando di fare coppia e avere anche tu la tua ragazza.
Per i giovani di oggi che, leggendo queste righe, forse sorridono perché oggi anche le ragazze ci "provano" e non occorre più darsi da fare come una volta (ecco il declino del vero maschio cacciatore), ma per noi ragazzi degli anni 60, era qualcosa di magico, tutte le occasioni erano buone per far "festini, specialmente a capodanno e sabato grasso, guai rimanere a casa (almeno per me) voleva dire essere tagliati fuori, ossia senza ragazza e amici. C'era un'atmosfera gioiosa, allegra, spensierata, tutti si volevano divertire, non esistevano ancora le discoteche, c'erano sale da ballo che contenevano da 100 a 300 persone, ed dopo un poco che le frequentavi riuscivi a conoscere tutti, perciò eri costretto a cambire sala per avere altre occasioni (a meno che trovavi la ragazza giusta e ti fidanzavi). Nel mese di agosto avevamo 15 giorni di "ferie" (oggi si chiamano vacanze, minimo 20 giorni lavorativi e si possono fare tutto l'anno), e allora ci organizzavamo per andare al mare (una novità, prima si andava al ticino di Somma Lombardo), qui entra in scena il mio amico Gianni (l'organizzatore). Partenza in treno (strapieno, per fortuna una ragazza mi fece sedere sulle sue ginocchia) per Cattolica, arrivo ore 7 circa, la grande novità, il mare, le ragazze e altro ancora, eravamo supergasati.
Quelle due settimane, per me indimenticabili (ma penso per tutti noi cinque), sono volate, vuoi perché era la prima volta che andavamo al mare in compagnia, saranno state le ragazze che abbiamo conosciuto (straniere comprese), oppure il clima, l'atmosfera, la novità, ancora oggi quando ne parliamo mi vengono le lacrime agli occhi.
L'anno dopo si cominciò ad usare la macchina, era tutta un'altra cosa, ma non fu mai avventuroso, emozionante ed irripetibile come la prima volta in treno.
Nelle giornate uggiose d'inverno, mi capita spesso riguardare vecchie foto, in particolare quelle degli anni 60, e vedendo persone e luoghi a me cari, mi sembra di rivivere quel periodo magico di quando eravamo ragazzi e ci si divertiva veramente, dove la parola amicizia aveva valore.
Mi spiace per i ragazzi d'oggi che non hanno potuto vivere quel periodo "storico" e irripetibile, oggi è tutto facile, basta chiedere ai genitori ed ecco fatto, cosa non farebbero perché i loro figli non siano da meno dei loro compagni, non si può non vestire "roba firmata", la macchina personale, e i soldi per la pizza discoteca e benzina, qualche volta si dovrebbe dire "NO", non possiamo, e anche i figli capirebbero e darebbero più importanza al valore intrinseco della vita.