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Civàsch e Paulìtt 
 
 
Ecco la cronistoria sulla costruzione dei due “asili” che divisero il paese in due “fazioni”: i Paulìt e i Civàsch  (Dai documenti ufficiali, leggere attentamente).  
 
Il tutto iniziò da una circolare della Cassa di Risparmio n° 3030 del 31 marzo 1905 e da un’altra del Comitato per la fondazione degli asili infantili di campagna nella provincia di Milano (allora eravamo provincia di Milano) n° 4733 del 25 aprile 1905. Si riunì così il primo Consiglio Comunale (in data 16 luglio 1905) che nominò quattro Consiglieri Comunali, per formare una commissione che studiasse profondamente la questione per poi presentare una relazione al riguardo al Consiglio.   
 
Consiglio Comunale «pro asilo» si riunì in data 16 luglio 1905 con il seguente ordine del giorno: 
Comunicazione della promessa Condizionata di elargizione della Cassa di Risparmio di Milano a pro di un asilo infantile. Il Consiglio Comunale, dopo una serena discussione (così recita il Verbale stesso) delibera di nominare quattro Consiglieri, affinché abbiano a mettersi d’accordo per la nomina di una comitato esteso, il quale dovrà studiare la questione profondamente per poi presentare una relazione al riguardo al Consiglio. 
Fatta la votazione a termini di legge riescono eletti per tale compito i signori: 
                   Dettoni Rag. Cesare           (Sindaco) 
                   Puricelli Giuseppe              (Consigliere Comunale) 
                   Porrini Ilario                                    “ 
                   Cattoretti Rag. Piero                        “ 
Il signor presidente fa la proclamazione dell’esito avuto. 
 
 
2° Consiglio Comunale «pro asilo» si riunì in data 9 maggio 1906 con il seguente ordine del giorno: 
Comunicazione della nomina della Commissione Pro Asilo Infantile e relazione Finanziaria. La commissione pro Asilo Infantile aumenta a quattordici Consiglieri Comunali, i fondi gia ricevuti sono di £. 2719.49 (raccolti da una festa di beneficenza il 24 settembre 1905) depositati sul libretto della Cassa postale di risparmio locale, si ha pure l’appoggio per l’avvenire dell’Onorevole Schipione Ronchetti. Il Cav. Cattoretti Carlo dimostra che con i fondi disponibili si possono già espletare le pratiche necessarie al riguardo. Il Presidente Dettoni rag. Cesare (Sindaco) risponde che prima che il comitato continui nelle pratiche è necessario che il Consiglio si pronunci in merito all’approvazione e il comitato interpelli il paese con una sottoscrizione individuale. Il Consigliere sig. Cattoretti Rag. Enrico si preoccupa del ritardo perché si potrebbe perdere l’assegno di £. 4000 della Cassa di Risparmio di Milano per cui propone di autorizzare il Comitato per trovare un locale per far funzionare subito l’asilo e una sottoscrizione rionale, convinto che l’appello al paese non mancherà di dare i risultati. Il Sig. Presidente accetta l’idea ma fa rilevare la quasi impossibilità di trovare subito un locale adatto provvisorio: ne ha avuto la prova nei mesi scorsi allorché infierì il morbillo in paese, e si dovette ordinare la chiusura della scuola di custodia privata. Il sig. Cattoretti Eugenio propone di comprare prima il terreno e di interrogare per referendum la popolazione e poi ritirare il suo obolo. Il Presidente dice che la popolazione deve innanzi tutto pronunciarsi sulla località più adatta per l’erezione dell’asilo, sia pure per referendum, anche perché da alcune pratiche asserite dal Comitato pare non si abbia quella facilitazione dai proprietari di terreno che si sperava. 
Chiusa la discussione, il Sig. Presidente propone di votare il Seguente Ordine del Giorno : 
Il Consiglio Comunale, sentita la relazione finanziaria relativa all’erezione dell’Asilo Infantile in Casorate Sempione delibera di dare ampia facoltà al Comitato Costituito, affinché prosegua energicamente e con sollecitudine alla ricerca del terreno e interpelli la popolazione in proposito e nello stesso tempo raccolga dalla popolazione medesima i maggiori contributi possibili.   
Il Consiglio approva per alzata di mano all’unanimità.     
 
 
Consiglio Comunale «pro asilo» si riunì in data 3 settembre 1908 con il seguente ordine del giorno : 
Reclamo presentato da diversi Comunisti relativo al Comitato pro asilo esistente. 
Il Sig. Rag. Piero Cattoretti chiede spiegazioni «che venga dimostrato il perché il Comitato pro Asilo nulla fece». 
(Scrivo quanto leggo dal  Verbale stesso parola per parola perché qui, a mio parere personale, iniziarono le diatribe  pro Asilo Comunale formando le due fazioni dei Civàsch e Paulìtt )  
«Il sig. Presidente (Dettoni Rag. Cesare, Sindaco) fa dar lettura degli atti esistenti in ufficio al riguardo, fa la storia delle pratiche fatte per ottenere il terreno su cui erigere l’asilo sin dal 1905, e della nomina del Comitato. Dimostra come si raccolsero le somme, iniziando da una festa di beneficenza fin dal 24 settembre 1905. Spiega come il Sig. Rag. Piero Cattoretti e Don Angelo Binda offersero di dare il terreno gratis per l’erezione di detto asilo, terreno che poi non si potè accettare per fatti e condizioni poste dall’offerente Don Angelo Binda impossibili ad accogliersi e non in armonia con la legge. Dà poi lettura delle lettere del Curato Don Angelo Binda dalle quali emergono condizioni impossibili ad accogliersi e specialmente quella di fare l’atto di cessione del terreno dopo fabbricato il caseggiato. In seguito di ciò le pratiche continuarono allo scopo di persuadere il parroco dal desistere dalle sue pretese contrarie alla legge, ed anche perché l’altro offerente Sig. Cattoretti Rag. Piero donava il terreno senza condizione alcuna. Queste pratiche furono fatte non solo da alcuni componenti il Comitato pro asilo ma anche col conforto di persone quali il M. R. Parroco di Vergiate e l’industriale Sig. Hermann Antonio». 
Dopo aver discusso sulle eventuali colpe per la scelta del terreno dove erigersi l’Asilo Comunale, il Consigliere Demolli Angelo propone di sciogliere il comitato pro Asilo esistente e di eleggerne uno nuovo composto di dieci membri, con incarico di procurare il terreno adatto per erigervi l’asilo infantile ed ottenere i fondi necessari per costruire il fabbricato da aggiungere a quelli gia raccolti dal precedente Comitato. Messo ai voti viene approvato. 
 
 
Consiglio Comunale «pro Asilo» si riunì in data 27 aprile 1909 con il seguente ordine del giorno: 
Relazione Comitato pro Asilo Infantile Comunale e deliberazioni. 
Il Signor Presidente (Dettoni Rag. Cesare, Sindaco) fa dar lettura della nota 24 corrente del comitato pro Asilo Comunale, con la quale dimostra quanto il comitato stesso fece col concorso di volontari Casoratesi e fuori per l’erezione dell’Asilo infantile Comunale e la promessa che si adopererà fino al termine dei lavori in modo che l’Asilo potrà al più presto funzionare.  
Il consigliere Dott. Nino Cattoretti domanda i conti di quanto venne speso per la costruzione dell’Asilo Comunale.  
Il consigliere signor Puricelli Giuseppe dice che la relazione del comitato, nominato dal Consiglio, non è altro che una comunicazione perché non si conosce ancora la spesa incontrata e la misura in cui vennero liquidati i conti. 
Risponde il signor Presidente che la costruzione dell’Asilo venne fatta con la Beneficenza pubblica e su proprietà della Congregazione di Carità, quindi su questo fatto il fabbricato è già di pacifico possesso della Congregazione senza spesa ; e che allo stato di fatto non è possibile dare i conti non essendo ultimati i lavori né fatte le debite liquidazioni ; e che il Consiglio non ha  che a lodare l’opera del Comitato e dei terrieri che contribuirono all’erezione di detto fabbricato. 
Il consigliere Signor Eugenio Cattoretti propone di lasciare al Comitato ed alla Congregazione di Carità ogni responsabilità per l’adempimento del mandato, scaricando il Comune da qualunque impegno. 
Il consigliere Dott. Cattoretti Nino dimostra che la Congregazione, anche nulla perdendovi colla gestione dell’Asilo infantile, prima di accettare è d’uopo che l’Asilo stesso sia ultimato e conoscere i conti, non potendo assumersi un’opera pia senza conoscere gli oneri, propone quindi che la commissione continui nella sua opera, senza intervento della Congregazione di Carità. Il Signor Presidente aggiunge che prima di unire il comitato con la Congregazione bisogna prima pagare la gestione dell’Asilo alla Congregazione di Carità, sempre che sia condivisa dal comitato. Messa ai voti l’autorizzazione di pagare la gestione dell’erigendo Asilo Comunale alla Congregazione di Carità viene approvata. 
 
 
Riassunto della diatriba tra i Civàsch e Paulìtt, tratta da testimonianze tramandate o realmente vissute in prima persona, e da vecchi documenti e foto. 
 
Fu così che, per questa incomprensibilità fra il parroco di allora don Angelo Binda, che si offerse di dare il terreno gratis per l’erezione di detto asilo (dopo la costruzione) sul terreno della parrocchia, e il comitato pro asilo Comunale con alla testa il Sindaco di allora Dettoni rag. Cesare che non poteva accettare perché la proposta non era “ in armonia con la legge”, si passò dalle parole ai fatti costruendo quasi in contemporanea due asili, per una popolazione che al 24 gennaio 1905 era di 2035 persone. 
Il parroco fece costruire con l’aiuto dei suoi fedelissimi l’ASILO INFANTILE "REGINA ELENA" a fianco della chiesa sulla parte alta del paese part da sura (parte di sopra) su una collinetta chiamata vigna dré (Vigna di Dietro, dall’elenco delle strade Vicinali del 20 aprile 1866). L’amministrazione Comunale col concorso di volontari Casoratesi costruì l’ASILO INFANTILE COMUNALE “PRINCIPE DI PIEMONTE“ nella parte bassa del paese part da bas (parte di basso) su una zona piana chiamata Rüviscéra (Rüviscéra, dall’elenco delle strade Comunali del 20 aprile 1866). 
Il paese si divise in due "fazioni" il «REGINA ELENA» la part da sura: Paulìt "bigotti", il «PRINCIPE DI PIEMONTE» la part da bas: Civàsch "civici" (dalla definizione: Per Uso Civico si intende il peso imposto su beni immobili a favore della collettività, che usufruisce dei beni e dei frutti che ne derivano). I lavori durarono pochi anni e finalmente i due asili cominciarono a funzionare a pochi mesi di distanza l’uno dall’altro, era il 1909, i lavori terminarono totalmente fra il 1909 e il 1910. La rivalità divise il paese in due parti ben distinte: Paulìtt e Civàsch (Guelfi e Ghibellini), ogni asilo aveva la propria “divisa” e bandiera, grembiule azzurro per i Paulìt e bianco per i Civàsch (vedi foto al capitolo: Ricordi di un tempo che fu, paragrafo: Gli asili).Quando moriva qualcuno (su richiesta) intervenivano i bambini dell’asilo che accompagnavano il feretro dall’abitazione alla chiesa per poi fermarsi al Burgh, (Borgo di via Roma): tutti in fila (“schierati sull’attenti con le proprie divise”) con la bandiera del proprio asilo aspettavano che il feretro passasse per l’ultima dimora. Al ritorno ci guardavamo un po’ in cagnesco ma tutto si fermava lì perché pensavamo già al “premio” (i “bumbúñ o caramèi”) che ci aspettava al ritorno. La rivalità aumentava sempre più, ma raggiunse il culmine con la successione del nuovo parroco don Luigi Mariani; al momento della sua nomina alla parrocchia di Casorate, il cardinal Ferrari gli disse: "paese difficile Casorate!" (infatti don Luigi in una sua lettera scrisse: " Bello, vero? E dopo tre mesi che ero qui, volevo andarmene…."). Forse aveva avuto disposizioni superiori per metter fine a queste rivalità fra le parti. Quando fece il suo ingresso ufficiale a Casorate, la popolazione lo aspettò alla stazione di allora (vedi foto al capitolo: Toponomastica, paragrafo: caþèl) tra la villa Martinez/Maþnàga e villa Chiaravalle, dove c’era il passaggio a livello per Gallarate.  
I Paulìt lo aspettarono per accompagnarlo alla chiesa con il Baldüchèñ (baldacchino), i Civàsch con la macchina (forse l’unica a Casorate) sulla quale salì per farsi accompagnare in chiesa. 
Questo fatto non fu dimenticato, poi pian piano la situazione andò sempre più degenerando, fino al punto che i Paulìt decisero di disertare la messa domenicale nella chiesa di Casorate, andando a quella di Gallarate e qui successe un fatto che portò le due fazioni anche alle mani. Una mattina mentre la “Curiéra” portava i Paulìt a Gallarate per la Messa domenicale, successe un fatto che passò alla "storia". Erano quasi arrivati, appena fatta la discesa della "bìþa" in zona chiesa San Rocco, scoppiò un pneumatico (tesimonianza di due sorelle P. e G. che si trovavano sul pulman con la loro mamma), tutti spaventati scesero dalla “Curiéra” e per non perdere la Messa proseguirono a piedi con il "velo" in mano (il velo sarebbe un foulard nero che tutte le donne mettevano in testa durante la messa). Li per caso passò un "Civàsch" in bicicletta che vide tutta la scena. Quando i Civàsch ne vennero a conoscenza successe il finimondo, iniziarono a schernire i poveri Paulìt, un certo Iglio Rodoni (mio zio, di sopranome “ciúñ”) compose una canzone aggiungendo le parole alla musica di una nota polka in auge a quel tempo: “LA BIANCA LUNA“. La canzone scritta a mano, su fogli di quaderno a righe (ne ho un originale avuta da Carlo Salmini “legnamé ”) fu consegnata alle famiglie dei Civàsch da una certa Angelina, Tarcisio e altri, in un attimo diventò la canzone più in auge “per i Civàsch". Qualcuno venne alle mani con tanto di processo in tribunale, poi per interventi sia da parte clericale sia civile e con l’inizio della guerra gli animi dei più facinorosi si calmarono. 
Durante il periodo fascista gli asili cambiarono nome, quello dei Paulìtt da “REGINA ELENA” divenne ROSA MALTONI MUSSOLINI e dal 1945 in poi "don ANGELO BINDA". Quello dei Civàsch da "PRINCIPE DI PIEMONTE" fu denominato "GIUSEPPE MAZZINI" definitivamente. Prima che costruissero l'oratorio femminile, le ragazze di Casorate Sempione facevano dottrina nell'asilo infantile "Principe di Piemonte" (civàsch). Con la nuova costruzione della scuola materna (guarda caso nella “ part da bas “ alla “Rüviscéra “) che entra in funzione nel 1974 i due asili vengono accorpati in uno solo e scompaiono di nome l’asilo dei Paulìt e quello dei Civàsch, ma quella rivalità che si era formata in quegli anni e nel corso delle generazioni ancora oggi (anno 2011) è molto sentita dai vecchi Casoratesi.      
Alcuni particolari ci sono stati raccontati da due signore, che all’epoca del fatto erano ancora bambine (ma si ricordano bene), e con la mamma erano sulla “curiéra” quel fatidico giorno «dell’incidente» quando dovettero andare a piedi alla chiesa di Gallarate. Aggiungono inoltre che si iniziò prima a costruire l’asilo di Paulìt perché i sciúri di allora non si decidevano sul da farsi per iniziare i lavori di costruzione dell’asilo dei Civàsch (ma dopo aver letto le "sacre" carte, noi sappiamo che le cose non andarono proprio cosi). Raccontano che il parroco di allora don Luigi Mariani era dalla parte dei Civàsch perché quando aveva fatto il suo ingresso solenne i sciúri (fondatori dell’asilo di Civàsch) erano andati a prenderlo con la macchina, mentre i Paulìt lo avevano atteso con il baldüchèñ (baldacchino). Piccole malignità che fanno parte del folklore del nostro Casorate. Ovviamente le ragioni sono state ben diverse, ammesso che sia la verità questa, diciamo così, preferenza manifestata dal Parroco verso l’asilo dei Civàsch — ragioni su cui non è possibile ed è inutile indagare.   
 
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