Proverbi "di nóstar vìcc "
I pruvèrbi di vìcc in búñ da fa cavìcc.
I proverbi dei vecchi sono buoni per fare cavicchi.
Lo dicono i giovani che non ascoltano i consigli dei vecchi, magari sbagliando.
Il proverbio (dal latino proverbium) è una massima che contiene norme, giudizi, dettami o consigli espressi in maniera sintetica e, molto spesso, in metafora, e che sono stati desunti dall'esperienza comune. Essi generalmente riportano una verità (o quello che la gente ritiene sia vero): si dice infatti che i proverbi sono frutto della saggezza popolare o della cosiddetta "filosofia popolare", ma v'è chi sostiene che altro non siano che la versione codificata di luoghi comuni. Possono contenere similitudini. Metafore o similitudini sono tratte da usi, costumi, leggende del popolo nella cui lingua è nato il proverbio ma molti proverbi sono comuni a più lingue diverse. In qualunque caso, rappresentano pur sempre un patrimonio culturale da difendere e da preservare, visto che ci lasciano una traccia di epoche passate, e ci indicano quale cammino hanno percorso i nostri antenati.
Lo studio dei proverbi si chiama paremiologia. (Da Wikipedia, l'enciclopedia)
1- La légura senza cúrr la sa ciàpa a tütt 'i úr.
La lepre senza correre si prende a tutte le ore.
Per avere una cosa non bisogna rincorrerla,
quando meno te l’aspetti ti capita fra le mani.
2 - Cun la màñ stréncia, ne gan va ne gàn végn dénta.
Con la mano stretta non ne va ma non ne viene.
Non puoi solo ricevere e mai dare, bisogna dare per avere.
3 - Témp e cü fa ma ‘l vœr lü.
Il tempo e il culo fanno quello che vogliono.
Il temporale e la diarrea non si possono fermare,
quando arrivano arrivano.
4 - San Giuàn da la barba bianca, fam truà chéll ca ma manca.
San Giovanni dalla barba bianca, fammi trovare
quello che mi manca.
Quando da ragazzini cadeva per terra qualcosa e non si
trovava, si cercava tutti assieme ripetendo il detto.
5 - A Santa Agneþ curr la lusèrta par la sceþ .
A Santa Agnese corre la lucertola sulla siepe.
A Santa Agnese ( 21 gennaio ) le giornate sono più calde
e quindi potrebbero vedersi anche lucertole sulla siepe.
6 - A San Biaþ benedìss gúra e naþ .
A San Biagio benedici gola e naso.
A San Biagio ( 3 febbraio ) per tradizione si va in chiesa
a farsi benedire la gola e naso, e anche il pane (viene benedetto).
7 - Quàndu 'l su 'l sa volta indré,
al fa bèl al di adré.
Quando al tramonto il sole filtra con i suoi raggi dietro le montagne
farà bello il giorno dopo .
Al tramonto quando il sole è basso e lascia filtrare i suoi
raggi fra le montagne, il giorno dopo avremo una bella giornata.
8 - Pàñ e nuþ, mangià da spuþ.
Pane e noci, mangiare degli sposi.
Il pane e le noci si mangiavano solo ad un pranzo nuziale.
9 - Beàva chéla la spuþa che 'l prim fiœ l’é na tuþa.
Beata quella sposa che ha una bambina come primo figlio.
Fortunata quella donna il cui primo figlio è femmina, perché
l’avrebbe aiutata nelle faccende domestiche o ad accudire altri figli.
10 - Santa Lüzìa l’é 'l dì püsé cürt ca ga sia.
Santa Lucia è il giorno più corto che ci sia.
Secondo il calendario Giuliano, il giorno più
corto dell’anno è il 13 dicembre.
11 - Chi ga 'l pàñ ga ménga i denc
chi ga i denc ga ménga 'l pàñ.
Chi ha il pane non ha i denti
chi ha i denti non ha il pane.
A volte chi ha i soldi non ha la salute per poterli
spendere e viceversa chi ha la salute non ha i soldi.
12 - La trópa cunfidénza la fa pèrd la riverenza.
La troppa confidenza fa perdere il rispetto.
Dando troppa confidenza a volte si perde il
rispetto e si finisce con bisticciare.
13 - Agóst fas ménga ciapà in dal bósch.
Agosto non farti prendere nel bosco.
In agosto non farti sorprendere nel bosco magari senza
ombrello, perché può piovere improvvisamente.
14 - Amúr da fradèi amúr da curtèi.
Amore di fratelli amore di coltelli.
L’amore dei fratelli va a finire spesso con litigi, quando
subentrano gli interessi tipo eredità o divisioni delle proprietà.
15 - Vúñ perúñ fa ma a nisúñ.
Uno a ciascuno non fa male a nessuno.
Quando si bisticcia per alcune cose, subentra un terzo
che fa le divisioni appropriate.
16 - Spuþa bagnava spuþa furtünava.
Sposa bagnata sposa fortunata.
Si dice tanto per consolarsi, quando piove ad un
matrimonio e questo rovina un po’ la festa.
17 - Tre dónn i fan ul mercà da Sarónn.
Tre donne fanno il mercato di Saronno.
Quando si fermano per strada tre donne a
chiacchierare, sembra che ci sia il mercato tanto vociare fanno.
18 - Züch e melúñ la só stagiúñ.
Zucche e meloni alla loro stagione.
Ogni cosa a suo tempo.
19 - Chi ghe àþan da natüra al cugnós nó la só scritüra.
Chi è asino di natura non conosce la sua scrittura.
Quell’asino che si crede bravo, ma che nella realtà non
sa neanche rileggere quello che ha scritto.
20 - Chi trópp a stüdia màtt al diventa,
chi stüdia nó 'l pórta la brénta.
Chi troppo studia matto diventa, chi non studia porta il mastello.
Morale: è sempre meglio studiare che fare un lavoro massacrante.
21 - Chi ga la rœþa in tèsta l’é catìv me la tempesta.
Chi ha la rosa in testa è cattivo come la tempesta.
Si dice che: è cattivo come la tempesta chi ha dietro la testa un ciuffo di capelli che sta sempre diritto
22 - L’é mei un ratt in bóca al gatt, che 'n da in màñ a 'n aucàt.
È meglio un topo in bocca al gatto, che un povero uomo nelle mani di un avvocato.
Se per qualunque causa hai bisogno di un avvocato,
farai la fine del topo in bocca al gatto.
23 - La gata in cardenza, chel ca la fa la pensa.
La gatta nella credenza, quello che fa pensa.
Una persona che fa male pensa anche male.
24 - Da luntàñ, anca na càgna la par un càñ.
Da lontano anche una cagna assomiglia ad un cane.
Da lontano anche una donna brutta può sembrare bella.
25 - Un quatréñ risparmià l’é dó vœlt guadagnà.
Un quattrino risparmiato è due volte guadagnato.
Un soldo risparmiato è due volte guadagnato.
26 - Quàñ la süperbia la múnta in scàgn, o la spüza o la fa dagn.
Quando la superbia siede sul trono o puzza o fa danni.
Quando un ignorante e superbo diventa ricco, (è come
la “merda”) deve farsi notare da tutti perché ha i soldi,
(qui comincia a puzzare), ma prima o poi farà dei danni.
27 - Chi imprèsta, pèrd la vèsta.
Chi presta perde anche l’abito.
Chi fa prestiti, a volte perde anche il vestito.
28 - L’amúr nœv al va e 'l vegn, l’amúr vecc al sa mantégn.
L’amore nuovo va e viene, l’amore vecchio si mantiene.
L’amore nuovo è incerto, quello vecchio è duraturo.
29 - San Giuàn fa mia ingànn.
San Giovanni non fa inganni.
Si dice ai bambini quando vogliono tutti la stessa cosa,
e allora si divide in parti uguali.
30 - La cativa lavandéra la trœva mai na bóna prea.
La cattiva lavandaia non trova mai una buona pietra.
La lavandaia fannullona non trova mai la pietra dove
lavare i panni perché non ha voglia di lavorare.
31 - L’é scriüü 'n süla pórta dal Dóm, che la dóna brüta
la spuþa 'n bèll óm.
È scritto sulla porta del Duomo ( di Milano ) che la
donna brutta sposa un bell’ uomo.
Di solito va sempre a finire che la donna brutta sposa
un bell’ uomo ( poi magari l’uomo si pente…. ).
32 - A vès trópp búñ sa pasa par cujúñ.
Ad essere troppo buoni si è considerati coglioni.
Se sei troppo buono, tutti si approfittano e ti mandano in rovina.
33 - Dané e pecà in catìv da stimà.
Soldi e peccati sono cattivi da stimare.
Soldi e peccati sono difficili da valutare.
34 - L’é mei sta indré 'n bucúñ, che na cativa digestiúñ.
È meglio stare indietro un boccone che una cattiva digestione.
È meglio rinunciare a qualche boccone di cibo,
piuttosto che sopportare poi una cattiva digestione.
35 - L’œv crü 'l ga cent virtü, l’œv cótt ga nà nànca vótt.
L’uovo crudo ha cento virtù, l’uovo cotto non ne ha neanche otto.
Se bevi l’uovo crudo, n'assorbi le sue proprietà naturali,
se lo fai bollire ne perdi una buona parte.
36 — Ogni üþèll al trœa che 'l so nid bèll.
Ogni uccello trova che il suo nido è bello.
Ognuno trova bella la propria casa.
37 - Facia smórta dóna fórta.
Faccia smorta donna forte.
Viso smunto è segno di donna di polso.
38 - A cumprà s’impara a spénd, ma anca a vénd.
A comperare si impara a spendere ma anche a vendere.
Quando comperi spendi ma poi impari a vendere.
39 - L’üþèll in gabia al canta nó par amúr, ma par la ràbia.
L’uccello in gabbia non canta per amore, ma per rabbia.
Quando a una persona vanno male gli affari succede
che a volte canti per sfogare la propria rabbia.
40 - Quàn scapa 'l purscèl, sa sèra 'l stabièl.
Quando scappa il maiale, si ricordano di chiudere il porcile.
Quando a volte si combina un guaio ci si ricorda
quando è tardi che si poteva evitare.
41 - A var püsé la pratica che la gramatica.
Vale di più la pratica che la grammatica.
Ci sono dei lavori che si possono fare solo con la
pratica, non c’è studio che li può risolvere.
42 - Chi va piàñ va sàñ e va luntàñ.
Chi va piano va sano e va lontano.
A volte è inutile correre per arrivare prima, si rischia di
cadere e farsi male favorendo chi va più piano.
43 - Chi sa lóda sa sbróda.
Chi si loda si sbrodola.
Quando uno si vanta, dicendo di essere il migliore,
appena commette uno sbaglio, se li trova tutti contro.
44 - Ul marì al ga i dénc dal càñ, sal cágna nó in chœ al càgna dumàñ.
Il marito ha i denti del cane, se non morde oggi morde domani.
Non fare arrabbiare il marito, altrimenti alla fine ti castigherà.
45 - Ul temp perdü al sa recüpera pü.
Il tempo perso non si recupera più.
Non perdere tempo sul lavoro, non potrai più recuperarlo.
46 - I dané fan dané.
I soldi fanno soldi.
Chi ha già tanti soldi ne guadagna sempre altri.
47 - Diu véd e Diu pruvéd.
Dio vede e Dio provvede.
Dio da lassù può fare tutto.
48 - La bóna educaziúñ la fa l’óm búñ.
La buon'educazione fa l’uomo buono.
Un uomo educato è sempre buono e intelligente.
49 - Quel ghe fai l’é fai.
Quel che fatto è fatto.
Quel che stato è stato.
50 - Un óm tra dó do dam, al fa la figüra dal salam.
Un uomo tra due donne fa la figura del salame.
Quando un uomo va in giro con due donne non combinerà mai niente,
farà solo la figura del salame.
51 - Mei vès salàm che senza dàm.
Meglio essere salame che senza le dame.
C’è chi pur non combinando niente preferisce farsi
vedere in compagnia delle donne (facendo il salame).
52 - Chi ga témp al ga no da spetà témp.
Chi ha tempo non aspetti tempo.
E’ meglio fare le cose fintanto che si ha tempo,
se si aspetta potrebbe essere troppo tardi.
53 - Fa prést e sbaglià, l’é tütt temp traþà.
Fare presto e sbagliare è tutto tempo sprecato.
Se fai troppo in fretta un lavoro e poi lo sbagli,
devi rifare tutto da capo, è meglio andare adagio
cosi fai il lavoro una sola volta.
54 - Un misté béñ cumincià, l’é già mézz fa.
Un mestiere ben cominciato, è già mezzo fatto.
Un lavoro ben avviato è già metà fatto,
l’altra metà arriva senza neanche fare fatica.
55 - Dal di al fa, ghe na mutagna da pasà.
Dal dire al fare c’è una montagna da passare.
Tra il dire e il fare ci sono ostacoli da superare.
56 - Chi ga suspètt gà difètt.
Chi ha sospetto ha difetto.
Chi sospetta degli altri, sarebbe pronto a fare la stessa cosa o una peggiore.
57 - Ul Signúr al lasa fa, ma non strafà.
Il Signore lascia fare ma non rifare.
Dio provvede ma non concede.
58 - Dónn e mutúr, giói e dulúr.
Donne e motori, gioie e dolori.
Le donne sono come i motori,
a volte ti danno gioia e a volte dolori.
59 - Ram, curàm e dónn ; püsé sa bàtan e püsé in bónn.
Rame, cuoio e donne: più le batti e più sono buone.
Certe donne vanno proprio battute come il rame e il cuoio,
così diventano migliori….
60 - Chi capìs, cumpatìs.
Chi capisce compatisce.
Chi capisce una certa situazione particolare tollera.
61 - La prima sa perdóna, la segunda sa cundóna la terza sa bastóna.
La prima si perdona, la seconda s condona, la terza si bastona.
Il primo sbaglio si può perdonare, il secondo condonare,
il terzo no, si castiga o si fa pagare.
62 - L’óm viþà l’é mèzz salvà.
L’uomo avvisato è mezzo salvato.
Se ti avvisano in tempo che stai facendo uno sbaglio,
hai sempre la possibilità di salvarti evitando l’errore.
63 - L’ózi, l’é 'l pà di vizi.
L’ozio è il padre dei vizi.
Il far niente a volte ci porta a commettere delle sciocchezze
cui lavorando non si ha neanche il tempo di pensare.
64 - Ul múnd al gira par ul cü e par la lira.
(oggi) - Ul múnd a stà in pé par ul cü e pai dané
Il mondo gira per il culo e per i soldi.
(oggi) Il mondo sta in piedi per il culo e per i soldi
Nella vita di moltissime persone, esistono solo il sesso e i soldi.
(oggi) Troppa gente si vende per i soldi pur di "apparire"
65 - Quánd la barba la tira al bianchéñ,
làza la pata e tacàs al véñ.
Quando la barba s'imbianca, allaccia la patta
(apertura davanti dei pantaloni) e datti al vino.
Quando la barba diventa grigia lascia stare le donne
(potresti fare delle brutte figure) e datti al vino.
66 - Da nuèll tütt ghe bèll.
Da nuovo tutto è bello.
Quando hai una cosa nuova ( come la moglie )
ti sembra bello, ma poi ( quando invecchia )
ti abitui e tutto è normale.
67 - Cun un búñ misté sa guadagna tan dané.
Con un buon mestiere si guadagnano tanti soldi.
Se scegli un lavoro redditizio ti farà guadagnare tanti soldi.
68 - L’é mej un nemìþ inteligent, che un amìþ ignurànt.
E’ meglio un nemico intelligente, che un amico ignorante.
E’ preferibile aver a che fare con un nemico intelligente,
piuttosto che con un amico ignorante.
69 - A tàula e in lecc sa diventa mai vecc.
A tavola e a letto non si diventa mai vecchi.
La buona tavola e il giusto dormire conservano la salute.
70 - A fa ma te vœràt, te scàmpat fin quàn te mœràt.
A fare come vuoi, campi fino a quando non muori.
Quando uno risponde “ mi ha fo 'cumá vœri “
( come voglio ) gli si risponde come sopra.
71 - Avegh raþúñ le mia se, bisogna fala varé.
Avere ragione non basta, bisogna farla valere.
A volte è difficile pur avendo ragione dimostrarla agli altri.
72 - Prima da fa úrdin, bisogna fa disúrdin.
Prima di fare ordine bisogna far disordine.
Per mettere in ordine un posto devi spostare tutto prima,
facendo un disordine, poi farai ordine.
73 - Dané e amicizia ai fermàn la giustizia.
I soldi e l’amicizia fermano la giustizia.
Con i soldi e l’amicizia si può comperare tutto, anche la giustizia.
74 - Un pu perúñ fa ma a nisúñ.
Un pò a ciascuno non fa male a nessuno.
Quando si è in tanti a volere una cosa, bisogna fare
un poco per ciascuno per non fare ingiustizie.
75 - L’é difìcil truà 'n dutúr, cal guarìs ul ma d’amúr.
E’ difficile trovare un dottore che guarisca il mal d’amore.
Quando una persona si innamora perdutamente è come
aver una malattia che nessun medico può guarire.
76 - L'é mia se pudé, bisogn vuré.
Non basta potere, bisogna volere.
Per fare una cosa a volte non basta avere i soldi,
bisogna avere una gran voglia e volontà di fare.
77 - Sa te vœràt fas amà, làsas desiderà.
Se ti vuoi far amare, lasciati desiderare.
Se vuoi trovare chi ti ama non devi inseguirla,
lasciati desiderare e prima o poi arriverà.
78 - La baltróca e i ladrúñ in tücc gent da deviaziúñ,
quan nisúñ 'ja vœran pü, sa racumandan al búñ Geþü.
La prostituta e i ladri sono gente di deviazione,
quando nessuno non li vuole più si raccomandano al buon Gesù.
Le battone e i ladri sono gente deviata dalla società civile,
quando invecchiano e non possono più fare il loro “ lavoro “
cominciano ad andare in chiesa raccomandandosi a Dio
perché abbia pietà della loro anima.
79 - Via 'l gatt a bala i ratt.
Via il gatto i topi ballano.
Quando ad esempio i genitori non sono a casa,
i ragazzi approfittano per fare quello che vogliono.
80 - A var püsé vúñ a pizà, che cent a smurzà.
Vale di più uno ad accendere che cento a spegnere.
Vale di più uno che inventa o inizia qualcosa che tutti
quelli che lo seguono dopo.
81 - Chi va piàñ va luntàñ, chi va fórt va la mórt.
Chi va piano va lontano, chi va forte va alla morte.
Se vai piano puoi arrivare alla meta, ma se corri puoi cadere prima.
82 - Ul múnd l’é un sü e gió, l’impurtànt l’é mia burlagió.
Il mondo è un su e giù, l’importante è non cadere.
Al mondo c’è chi va su e chi va giù, è un alternarsi di fortune,
l’importante è non cadere.
83 - Se l’invidia la füss un mal, tütt ul múnd l'é n'uspedàl.
Se l’invidia fosse un male, tutto il mondo sarebbe un’ospedale.
E’ proprio vero che l’invidia è universale ed è presente nella maggior
parte degli uomini.
84 - Ad ógni vid ul so palètt, ad ógni dóna ul so umètt.
Ad ogni vite dell’uva il suo paletto, ad ogni donna il suo ometto.
Alla vite il suo paletto ( sostegno ) ad ogni donna il suo ometto ( marito ).
85 - Bisógna mia andà, indúa sa pó mia pasà.
Non bisogna andare dove non si può passare.
Non tentare di entrare dove è proibito, potresti passare dei guai.
86 - Chi cüra la só pèll, a tegn da cunt un gran castèll.
Chi cura la sua pelle è come se curasse un grande castello.
Chi cura la propria salute conserva un grande patrimonio.
87 - La róba rubàva la ga póca düràva.
La roba rubata ha poca durata.
La roba rubata dura poco o poco giova.
88 - Cun nient sa fa nient.
Con niente non si fa niente.
Se non hai niente, neanche i soldi per mangiare,
non potrai mai fare affari, avrai sempre niente.
89 - Chi ghe búñ nó da fa, le búñ nó da cumandà.
Chi non è capace di fare, non è capace di comandare.
Uno non può dirti di fare una cosa che lui stesso non sa fare,
potresti chiedegli come si fa.
90 - La dóna bèla le invidiàva, la dóna brüta le scansàva.
La donna bella è invidiata, la donna brutta è scansata.
Purtroppo è la realtà: la donna bella piace a tutti,
quella brutta la gente cerca di evitarla.
91 - Ogni fiœ al pórta ul so cavagnœ.
Ogni bambino porta il suo fardello.
Nel senso che ogni bambino che nasce ha il suo destino.
92 - L’óm unèst al viv malamént, ul diþunést le mai cuntént.
L’uomo onesto vive male, il disonesto non è mai contento.
L’uomo onesto vive con sacrifici, il disonesto più ne ha più ne vorrebbe avere.
93 —Vestìss béñ una fasìna, ca la par una regina.
Vesti bene una fascina ,che ti sembra una regina.
Non è l’abito che fa il monaco.
94 - Baþéñ da bóca ul cœr non tóca.
Bacino di bocca il cuore non tocca.
Stiamo attenti alle esteriorità.
95 - A laurà cun alegria, l’é 'l pusé bèll misté ca ga sia.
Lavorare con allegria è il più bel mestiere che ci sia.
Quando si lavora in buon accordo con tutti
il tempo passa in fretta e il lavoro è più leggero.
96 - L’é cambià ul maèstar da capèla, ma la müsica l’é sémpar quèla.
È cambiato il maestro di direzione, ma la musica è sempre quella.
Inconvenienti o abusi possono durare sebbene sia cambiata la persona che dirige.
97 - O te màngiat sta minestra o te sàltat la finestra.
O mangi questa minestra o salti la finestra.
Si dice ai figli quando non vogliono mangiare la minestra,
o questa o salti il pasto.
98 - Chi non preved non pruved.
Chi non prevede non provvede.
Chi non prevede in tempo un affare,
non provvede all’ acquisto e così perde l’affare.
99 - Mai lasà ul cèrt par l’incèrt.
Mai lasciare il certo per l’incerto.
Se lasci il certo per l’incerto potresti sbagliare irrimediabilmente.
100 - Inchœ a mi dumàñ a ti.
Oggi a me domani a te.
Se oggi va male a me non goderne, domani potrebbe succedere a te.
101 - Quel che vuþa fórt, al ga sémpar tórt.
Quello che grida forte, ha sempre torto.
Quando uno sa di aver torto e viene rimproverato,
quasi sempre comincia a gridare per dimostrare che ha ragione.
102 - Chi vœr ul pàñ, a slúngha 'i màñ.
Chi vuole il pane allunghi le mani.
Se hai bisogno di qualcosa cerca di essere umile
e chiedi agli “ amici “ , qualcuno ti aiuterà.
103 - Gèpa e naþ, in róp ca piaþ.
Mento e naso sono cose che piacciono.
Il mento e il naso sono particolari che ad alcune persone piacciono moltissimo.
104 - Giügh da màñ giügh da vilàñ.
Gioco di mano gioco da villano.
Gli scherzi fatti con le mani sono antipatici, quindi sono da maleducati.
105 - In tütt i ca, ghe 'l só da fa.
In tutte le case c’è il suo da fare.
In ogni casa ci sono dei problemi.
106 - Fa e disfà l’é tütt laurà.
Fare e disfare è tutto lavorare.
Si dice quando uno sbaglia un lavoro e lo deve rifare.
107 - Quan la dóna l’é bóna pü, la sa racumànda al búñ Geþü.
Quando la donna non è più buona, si raccomanda al buon Gesù.
Quando la donna invecchia e nessun uomo la desidera più
(compreso il marito), comincia ad andare in chiesa e si dice che si attacca al buon Gesù.
108 - Quel ca sa fa nó pagà, in malúra prest al và.
Quello che non si fa pagare, in malora presto andrà.
Chi non si fa pagare presto va in malora, fallisce.
109 - Un’óm senza dané, l’é na pianta senza pé.
Un uomo senza soldi, è una pianta senza piedi.
Senza soldi non si può vivere, è come un albero senza radici.
110 - Guardà e nón tucà, l’é na róba da imparà.
Guardare e non toccare è una cosa da imparare.
Quando vai in qualche casa devi guardare e non toccare,
potresti combinare qualche guaio.
111 - Testardúni e risiàtt, ingràsan la bursa di aucàtt.
Testardi e litigiosi ingrassano la borsa degli avvocati.
I testardi e i litigiosi vanno a finire prima o poi in tribunale,
facendo la gioia e il guadagno degli avvocati.
112 - Prima üta i tó, pœ 'i àltar sa sa pó.
Prima aiuta i tuoi poi gli altri se si può.
Prima devi aiutare i tuoi cari, poi se puoi anche gli altri.
113 - A vés trópp búñ, sa pasa da cujúñ.
Ad essere troppo buoni si passa da coglioni.
A volte capita di essere derisi per la troppa bontà
degli stessi ingrati che hai generosamente aiutato.
114 - L’amiþ vécc, l’é un gran bèll spécc.
L’amico vecchio è un gran bel specchio.
Un amico vero di vecchia data è come uno specchio nel quale ti puoi rivedere.
115 - Chi vœr lusì al dev patì.
Chi vuol luccicare deve patire.
Chi vuol far vedere che è ricco (lusì), prima deve faticare (patì)
per arrivare ad avere i soldi.
116 - Ul bèll témp e la bèla gent, i fann ul cœr cuntént.
Il bel tempo e la bella gente, fanno il cuore contento.
Una bella giornata di sole caldo, circondata da gente allegra che si diverte,
ti fanno veramente felice.
117 - La róba rara, l’é sémpar püsé cara.
La roba rara, è sempre la più cara.
Se cerchi la roba rara, quando riesci a trovarla
ti accorgi che il prezzo è proibitivo.
118 - Sa ghe un pór disgrazià, da tücc l’é luntanà.
Se c’è un povero disgraziato da tutti è allontanato.
Quando uno è povero e ha bisogno, tutti lo evitano perché pensano
che non potrà mai essere loro utile.
119 - L’é mej sudà, che tremà.
È meglio sudare che tremare.
Devi coprirti bene per evitare i malanni.
120 - Ul témp e la raþúñ in sémpar dal padrúñ.
Il tempo e la ragione sono sempre del padrone.
Non reclamare i tuoi diritti, tanto il tempo e la ragione sono sempre di chi ti comanda.
121 - L’aria fresca da matìna, l’é na bóna medesìna.
L’aria fresca del mattino è una buona medicina.
Alzarsi presto al mattino e respirare l’aria pura non ancora troppo contaminata fa bene, ed è salutare.
122 - Tütt a va e vegn, e nagót a sa mantégn.
Tutto va e viene e nulla si mantiene.
Oggi sei ricco ma domani potresti essere povero, nulla si mantiene in eterno.
123 - Var püsé na bóna lapa che na bóna sapa.
Vale di più una buona lingua che una buona zappa.
A volte lavora di più uno con la lingua che uno con la zappa, perché sa raccontare con arte.
124 - Amúr e geluþia, sa fan sémpar cumpagnìa.
Amore e gelosia, si fanno sempre compagnia.
Due innamorati sono tutt' uno, amore e gelosia.
125 - La giurnava dal vécc, inchœ l’é sü, dumàñ l’é in lécc.
La giornata del vecchio, oggi è alzato domani è a letto.
Si sa che a diventare vecchi c’è poco da guadagnare, oggi stai bene e magari domani sei a letto.
126 - Quàñ la legura l’é in pée, tütt i càñ ga dan a drée.
Quando la lepre è in piedi, tutti i cani la incalzano.
Fino a quando uno scappa o ha paura tutti fanno i bulli, ma se gira e mostra i denti forse le cose cambiano.
127 - Chi baràta s’imbrata.
Chi baratta si imbratta.
Chi baratta in affari può succedere che rimanga scornato.
128 - Quàndu ul córp al sa früsta, l’anima la sa giüsta.
Quando il corpo si frusta, l’anima si aggiusta.
Quando il corpo invecchia ci si ravvede, l’anima si aggiusta.
129 - Chi bàla senza súñ, o l’é màtt o l’é cujúñ.
Chi balla senza la musica, o è matto o è coglione.
Una persona che balla senza musica non può essere normale.
130 - Chi mal inténd, pégg rispúnd.
Chi male capisce, peggio risponde.
A volte si fraintende il discorso di un altro e si risponde nel modo sbagliato.
131 — Se ogni grana l’andess in granée, ogni cujúñ le búñ da fa 'l masée.
Se ogni grana andasse nel granaio, ogni coglione è capace di fare il “contadino”.
Se fosse facile riempire il granaio e senza fare fatica,saremmo tutti contadini.
132 - Ul múnd, l’é bèll parché l’é rutúnd.
Il mondo è bello perché è rotondo.
Si dice quando uno fa una stramberia.
133 - Viséñ al campanéñ, te trœat ul pàñ e anca 'l véñ.
Vicino al campanile trovi il pane e anche il vino.
I bacchettoni o baciapile raramente riescono a soddisfare i loro interessi personali,
ma trovano sempre aiuto nell’ambiente ecclesiastico.
134 - I miràcul, 'ja fànn i Sant, e i tuþàn quànd in grànd.
I miracoli, li fanno i Santi, e le ragazze adulte.
È la classica risposta che si dà ad una persona che ti chiede di fare una cosa quasi impossibile.
135 - La mórt l’é sül técc, la guarda ne giúin ne vécc.
La morte è sul tetto, non guarda né il giovane né il vecchio.
Non bisogna mai credere che perché si è giovani si abbia ancora tanta vita davanti,
la morte è sempre in agguato.
136 - I disgràzi in cumé i scireþ, adre a vüna gan vegn dré deþ.
Le disgrazie sono come le ciliegie, dietro una ne vengono dieci.
Le disgrazie non vengono mai sole.
137 - Chi invegìss, immatìss.
Chi invecchia, ammattisce.
Invecchiando si ritorna un poco bambini e si fanno cose che da giovane
non avresti mai avuto il coraggio di fare.
138 - Ànca da luntàñ, na cagna la par un càñ.
Anche da lontano, una cagna sembra un cane.
Non insistere mai su qualcosa che ti sembra, ti potresti sbagliare.
139 - Chi giüga al lótt, al sa vanza a cü biótt.
Chi gioca al lotto, rimane a culo nudo.
Chi sperpera i soldi nel gioco tentando la fortuna,
alla fine finirà sul lastrico senza neanche i soldi per mangiare.
140 - Cent có cent cràpp, cent cü düþént ciàpp.
Cento teste cento zucche, cento culi duecento chiappe.
Ognuno crede che quello che pensa nella sua testa sia sempre il meglio di tutti gli altri.
141 - Chi ga vergógna nó, tütt ul múnd l’é só.
Chi non ha vergogna, tutto il mondo è suo.
Chi non ha vergogna di niente e di nessuno, riesce sempre a conquistare tutto e tutti.
Si dice anche «al ga la fácia mé 'l cü» (ha la faccia come il culo).
142 - Quàndu 'l su 'l sa vólta indré, a ghèm l’acqua al di adré.
Quando il sole guarda indietro, abbiamo l’acqua il giorno dopo.
Quando è stato nuvoloso tutto il giorno e alla sera c’è un raggio di sole, la mattina dopo piove.
143 - Tütt i mür in fai da sàss e in ogni ca ghe 'l so fracàss.
Tutti i muri sono fatti di sasso e in ogni casa c’è il suo fracasso.
In ogni casa e in ogni famiglia c’è sempre qualche problema.
144 - Quan l’amúr al ghe, la gamba la tira 'l pe.
Quando l’amore c’è, la gamba tira il piede.
Quando c’è l’amore tutto diventa facile.
145 - Ütum cü, senó mœrum tütt dü.
Aiutami culo altrimenti moriamo tutti e due.
Se hai voglia di evacuare e non riesci, provi a chiedere aiuto anche al diretto interessato...
146 - Tütt i càñ i ménan la cua, tütt i cujóñ i diþan la sua.
Tutti i cani dimenano la coda, tutti i coglioni dicono la sua.
Alcune persone prima di parlare tanto per dire “la sua”, farebbero meglio a tacere per non fare del male ad altri.
147 - Vuré e non vèss, in nan róp da mett 'a prèss.
Volere e non esserlo non sono cose da mettere vicino.
Uno che vuole diventare qualcuno a tutti i costi, ma nella realtà non è nessuno. Sono cose opposte.
148 - Beata chéla cà, che di vìcc la pó cüntà.
Beata quella casa che sui vecchi può contare.
Fortunata quella famiglia che può contare sull’aiuto degli anziani.
149 - Quànd ul frecc al cumìncia a spúng, va in di bosch a catà i fúng.
Quando il freddo inizia a pungere, vai nei boschi a raccogliere i funghi.
Quando, specialmente di mattino, il freddo inizia a farsi sentire,
nei boschi si possono già raccogliere i funghi.
150 - Chi làsa la stràva végia par la nœa,
al sa quel cal lasa ma non quel cal trœa.
Chi lascia la strada vecchia per la nuova,
sa quello che lascia ma non quello che trova.
Se lasci il certo (che è il vecchio) per l’incerto (che è il nuovo) devi essere più che sicuro di quello che fai,
potresti pentirtene e non poter ritornare più indietro.
151 - Chi manzóna bucóna.
Chi menziona incontra.
È detto quando si parla di una persona (magari male) e in quel momento te la trovi davanti.
152 - Nèbia basa bèl temp la lasa.
Nebbia bassa bel tempo lascia.
Quando la nebbia è bassa, il sole riscaldando il terreno lo fa evaporare, e forma così una nebbiolina.
153 - Fin ca la va la va, quan ghe ne pü,
crepa l’àþin e quel ghe sü.
Fin che va, va, quando non ce n’è più,
muore l’asino e chi c’è sopra.
Fino che va bene uno non si preoccupa, quando va male subirà le debite conseguenze.
154 - L’óst cal loda 'l só véñ,
o parché l’e acqua o pìsa d’aþnéñ.
L’oste che loda il suo vino,
o perché è acqua o piscia d’asino.
Quando chiedi all’oste se il vino è buono, ti dirà sempre che è il migliore di tutte le altre osterie.
155 - A füria da cúrr e cúrr,
te vànzat la pèll strasciàva e l’anima danàva.
A furia di correre e correre,
avanzi la pelle stracciata e l’anima dannata.
Nella vita non bisogna correre credendo di arrivare sempre primi,
alla fine ti puoi ritrovare con un esaurimento ( o altro) e l’anima in pena ( il rimorso)
per aver “fregato” qualcuno magari per far soldi.
156 — Fin che düra pàñ e vèñ, te pó fregàsan dal destéñ.
Fin che dura pane e vino, puoi fregartene del destino.
Fino a quando non manca da mangiare e bere ci si può disinteressare del destino.
157 — La pulénta la cunténta.
La polenta accontenta.
La polenta riesce ad accontentare tutti, otre ad essere buona,
fa sempre piacere vederla tutta fumante sulla tavola, specialmente in montagna quando si è in buona compagnia.
158 - Tüscóþ a va al cü, sàlv ul mànich dal cazüü.
Tutto va al culo, salvo il manico del mestolo.
Un modo per dire che quando si sta bene si digerisce tutto, all’infuori delle cose impossibili, (come per esempio il manico del mestolo).
159 — Ai vécc ga rincréss a murì, parché 'n impàran vüna tütt i dì.
Ai vecchi rincresce morire, perché ne imparano una tutti i giorni.
Quando si è vecchi dispiace a tutti morire, anche perché ogni giorno c’è sempre qualcosa da vedere e imparare.
160 — Chi da giúin al fa niént, pœ da vécc l'é malcuntént.
Chi da giovane non fa niente, poi da vecchio è malcontento.
Se da giovane non ti diverti (fino quando puoi), quando sei vecchio ti troverai malcontento.
161 — Chi ga 'l pàñ da fa mangià, ga cavàj da fa trutà.
Chi ha il pane per far mangiare,ha cavalli per far trottare.
Uno con i soldi (ricco) trova sempre gente che lavora per lui.
163 — Ànca i richèzz, i gan i so amarèzz.
Anche le ricchezze hanno le loro amarezze.
Anche i più ricchi non sempre possono comperare tutto, qualche volta sono tristi anche loro.
164 — La cunsulaziúñ di puarìtt, le quéla da vultàgh ul cü ai travìtt.
La consolazione dei poveretti è quella di girare il culo ai travetti.
Il divertimento dei poveri è quello di fare l’amore (sdraiati sul letto girando il sedere ai travetti del solaio) , tanto non costa niente.
165 — Véntar a digiúñ, al ga da tra a nisúñ.
Pancia a digiuno, non ascolta nessuno.
Quando hai fame e la pancia brontola per saziarti non puoi ascoltare nessuno, devi per forza mangiare.
166 — Roba cara e don brütt, a sa trœan dapartütt.
Roba cara e donne brutte, se ne trovano dappertutto.
La roba bella la trovi ovunque, basta avere i soldi per acquistarla, le donne belle (purtroppo) sono rare.
167 — Se te vœ fàtt un nemìþ, presta i dane a un amìþ.
Se vuoi farti un memico, presta i soldi ad un amico.
Se presti i soldi ad un amico, quando devi riaverli (non da tutti) finisci col bisticciare perdendo l’amicizia.
168 — Se te vœ che l’amicizia la sa mantégn una màñ la
va l’altra la végn.
Se vuoi che l’amicizia si mantenga, una mano va e l’altra viene.
Se vuoi mantenere l’amicizia, non devi sempre chiedere, ma qualche volta dare.
169 — Mangia bev e càga, e làsa ca la vàga.
Mangia bevi e caga, e lascia che vada.
Fino a quando stai bene di salute, mangia e bevi e vai di corpo, e non pensare a niente (fin che la va lasciala andare).
170 — Fiœ e tusànn, ul diaul al fa ingànn.
Ragazzi e ragazze, il diavolo fa inganni.
Era detto ai ragazzi e ragazze se venivano sorpresi a giocare assieme, si temeva che “succedesse” qualcosa.
171 — Salüdi brava gént, vegnì a ca mea sa ghi bisógn 'da gniént.
Saluti brava gente, venite a casa mia se non avete bisogno di niente.
È la definizione di una persona avara e tirchia, alla quale se non hai bisogno di niente puoi chiedere tutto.
172 — Cà a se da stà, tèra a se da laurà, bósch in quantità.
Casa abbastanza da abitarvi, terra abbastanza per
lavorarla, boschi in quantità.
È un detto dei nostri vecchi quando ancora si doveva lavorare
traendo col sudore della fronte il cibo dalla terra.
La casa giusta per il bisogno della famiglia, senza esubero,
la terra quanto bastava per lavorarla altrimenti sarebbe rimasta incolta,
i boschi, siccome non occorreva più di tanto lavoro per fare crescere gli alberi,
ma solo il taglio per il camino, allora chi poteva ne comprava anche in maggior quantità.
173 — Se te set trópp làrgh da màñ, te se vanzàt senza pàñ.
Se sei troppo largo di mano, ti avanzi senza pane.
Se nella vita sei troppo generoso, alla fine troverai qualcuno che ti frega.
174 — A ghe mia guadàgn a diventà vécc,
a sa slunga i bàll e sa scürta ‘l pécc.
Non c'è guadagno ad invecchiare, si allungano i testicoli ("palle") e si accorcia il pene.
E' un modo di dire di un vecchio quando sente che il suo ("potere sessuale") comincia a fare cilecca.
175— Ne par schèrz ne par dabúñ,
lasàtt ménga ciapà in preþúñ.
Ne per scherzo ne per davvero,
non lasciarti prendere in prigione.
Non farti mai prendere alla sprovvista,
devi sempre essere al posto giusto con la risposta pronta.
176 — Ai témp antìgh, ai mangiàvan i strúnz séch par fìgh.
Nei tempi antichi, mangiavano gli stronzi secchi per fichi.
Quando le persone erano ignoranti, gli facevano credere quello che volevano.
177 - Naþ ca pìsa in boca, guai a chi la toca.
Naso che pende sulla bocca, guai a chi lo tocca.
Si dice che, le persone che hanno la punta del naso che ricurva verso la bocca è d'indole cattiva.
178 — Dagh e dagh e a füria da dila,
un queighidúñ la finì da capìla.
Dagli e dagli…. a furia di dillo,
qualcuno ha finito per capire.
A furia di ripetere e ripetere una cosa "giusta",
prima o poi qualcuno si accorge che si deve fare.
179 — Guàrdal béñ guàrdal tütt,
l'óm senza dané cúma l'é brütt.
Guardalo bene guardalo tutto,
l'uomo senza soldi come è brutto.
I soldi fanno vedere bello anche ciò che è brutto.
180 - Ogni uffelée, fa 'l so mistée.
Ogni negoziante fa il suo mestiere.
Sarebbe meglio che ognuno facesse il proprio lavoro.
181 — A l'é ne 'l càld ne 'l frécc,
l'é l'àþin càl divénta vécc.
Non è ne il caldo ne il freddo,
è l'asino che diventa vecchio.
Se da anziano ti vengono degli acciacchi,
non dare la colpa al caldo o al freddo, è l'età.
182 — Sa na metés gió assée da pudé cagà in pé.
Se ne mettesse giù abbastanza da poter cagare in piedi.
Si dice quando si aspetta la neve e non nevica mai.
183 — Amìþ, amìþ, cul cü divìþ.
Amici, amici, con il culo diviso (separato).
Se vuoi tenerti un amico, non fare affari con lui,
ognuno deve fare gli affari suoi.
184 — Ghe ménga n'óman bèll, senza 'l büþ sül barbarèll.
Non c'è un uomo bello, senza il buco sul mento.
Sarà perché qualche donna lo vede come simbolo di virilità.
185 — La bùca le mia stràca se la sa nó de vaca.
La bocca non è stanca se non sa di mucca.
Un pranzo deve finire con il formaggio.
186 — l'acqua la fa màl, la bévan dumà la gent da l'uspedàl.
L'acqua fa male, la devono solo i malati all'ospedale.
Non bere l'acqua, è roba per ammalati.
187 - Ogni laurà al ga la so dignità.
Ogni lavoro ha la sua dignità.
Non bisogna vergognarsi del proprio lavoro, anche il più umile è necessario (sono solo gli ignoranti che ti umiliano, compatiamoli).
188 - Pàñ véñ e gnóca, e se 'l vœr fiucà, che 'l fióca.
Pane vino e donna, e se vuol nevicare che nevichi.
Quando hai da mangiare, vino da bere e una donna a disposizione, anche se dovesse nevicare tanto a me non interessa.
189 - Guarda e taþ e viv in paþ.
Guarda e taci e vivi in pace.
Se vedi qualcosa che a te non piace non devi sparlarne alle spalle, ma vivi e lascia vivere.
190 — Na lavàda e na sügàda la pàr nànca duperàda.
Una lavata e un'asciugata non sembrano neanche adoperati.
Disinvolta espressione di superficialità.
191 — Par pacià al pacióta, par bev al bevóta, l'é a laurà che 'l barbóta.
Per mangiare mangia, per bere beve, è a lavorare che brontola.
Una persona che vuole godersi la vita e non di lavorare.
192 — Gó dandà a fa un cavìcc da nuþ par piantàgh in dal cü ai curiùþ.
Devo andare a fare un cavicchio (tappo) di noce da piantare nel culo ai curiosi.
Risposta scherzosa (ma non troppo) a chi fa domande indiscrete.
193 — Ul múnd a lé in pé a cúu e danée.
Il mondo è in piedi al culo (donne) e soldi.
Nel mondo corrotto esiste solo sesso e soldi.
194 - A Natàl tüc fradèi a San Stévan fœ i curtèi.
A Natale tutti fratelli a Santo Stefano fuori i coltelli.
Bisogna saper perdonare e non a parole solo a Natale ma sempre.
195 - Pred, monìgh e frà. fégh la riverénza e laséi andà.
Preti, monache e frati, fate la riverenza e lasciateri andare.
Qualche anno fa, qundo si incontravano gli eclesiastici si ossequiavano per rispetto.
196 - O par un pe opar na spàla i ghèn da sumiglià a la so cavàla.
O per un piede o per una spalla, devono somigliare alla sua cavalla.
Ogni figlio che nasce a sempre una parte che assomiglia ai genitori.
197 - I debìt da la géþa e da cümùñ, in da tüc e da niþùñ.
I debiti della chiesa e quelli del comune, son di tutti e di nessuno.
Quando la chiesa e il comune hanni i debiti, li dobbiamo sempre pagare noi.