C
Cà, casa.
Càcia, caccia.
Caciadúr, cacciatore.
Càco, caco.
Cadàvar, cadavere.
Cadéñ, catino: posto in un telaio con tre piedi in ferro con sotto la brocca ( bróca ) piena di acqua.
Cadéna, catena.
Cadenàsc | Cadanàsc, catenaccio di due tipi : quello che scorre in anelli sbarrando tutta la porta | l’altro tipo agganciato nel muro e che chiude solo una metà, il tutto viene chiuso tramite la serratura.
Cadenèla | Cadanèla, catenina | catena di piccola maglia.
Cadréga | Cardéga, sedia.
Cadregàt, seggiolaio, riparatore di sedie in paglia.
Cadreghéñ, seggiolino. (detto) da quàndu al ga ‘in màñ ul cadreghéñ al cugnós pü nisúñ - da quando ha in mano il potere non conosce più nessuno.
Cadregót, piccola sedia alta per bambini. (detto) se burlà gió dal cadregót da piscinéñ é té picà 'l có - sei caduto dalla sedia da piccolo picchiando la testa (si dice a una persona che racconta cose insensate, senza né capo né coda).
Caéñ, caino. (detto) a te se un bèl caéñ - sei un bel caino : nel senso di birichino.
Café, caffè.
Cafelàcc, cappuccino : caffè-latte.
Cafetéra, caffettiera.
Cafúñ, cafone.
Cagà, cagare. (detto) ma va cagà - ma vai a cagare.
Cagarìtt | Bagarìtt, sterco ovino.
Caghèm, che abbiamo | caghiamo. (detto) telsé quanti ann caghèm insema - lo sai quanti anni abbiamo assieme. (detto) dai caghèm insema — dai, caghiamo (facciamo la cacca assieme) assieme.
Caghéta, una “cacca” molto molle, quasi una diarrea.
(detto) a me vignü la caghéta dal stremìzi - mi è venuta la caghetta dallo spavento.
Cagnà, morsicare.
Cagnàra, chiasso di gente che litiga o si diverte | latrato di molti cani.
Cagnàva, morsicata.
Cagnét, cagnetto | cagnolino.
Cagnéta, cagnetta.
Cagnótt, larve di farfalle.
Cagnúñ, cane grosso | riso in bianco : cotto in acqua e condito con burro fuso e parmigiano.
Cagúñ, cagone; chi va troppo spesso al gabinetto. (detto) a te se própi un cagúñ - sei proprio un cagone, (nel senso di fifone). (detto) a te vignü ‘l cagúñ - ti è venuto il “cagone”. (detto) uei cagúñ te finì da cagà ca te spüzàtt! - cagone hai finito di cagare che puzzi!
Cài, calli, che (detto) telse cài pudarìan vès püsé furtunà ! - lo sai che potrebbero essere più fortunati !
Càll, callo.
Càla, cala, calare.
Calabrúñ | Galagrúñ, calabrone.
Calamàr | Crimà, calamaio : vasetto solitamente rotondo posto in un foro fatto apposta nel banco in cui si teneva l’inchiostro dove si intingeva il ( penéñ ) pennino per scrivere.
Calàva, antico spazzaneve a forma triangolare, trainato in punta da cavalli. (detto) a ghe pasà la calàva cún sóta tri cavàj, ma quel püsé fórt davanti a tücc l’eva quel bianch dal Piero Faustéñ - c’è passato lo spazzaneve trainato da tre cavalli, ma quello più forte davanti a tutti, era quello bianco del Piero Colombo detto "Piero Faustéñ".
Calcà, calcare : spingere forte.
Calcàgn, calcagno.
Calcàr, calcare : polvere bianca che rimane nei buchi del ferro da stiro.
Calcèstar, calcinacci d'intonaco vecchio a base di sola calcina.
Calcìna, calce : sostanza bianca ottenuta dal calcare ; si usa per imbiancare muri. (detto) dagh una màñ da calcìna ai mür cha le úra da disinfetái - dagli una mano di calce alle pareti che è ora di disinfettarle.
Cálcul, calcolo.
Calculà, calcolare.
Calculadúr, calcolatóre.
Calcumanéñ, adesivo | figurina adesiva | figurina del tipo tatuaggio trasferibile.
Càld, caldo.
Caldànn, caldane | calura : ribollimento di sangue, con istantaneo arrossamento del volto.
Caldàr, pentola per cucinare minestre ecc.
Caldaréñ, pentolino.
Caldarúñ, calderone; grossa pentola.
Caldarótt, calderotto; piccola pentola di cucina.
Caldéra, caldaia per riscaldamento; quella della stufa economica.
Calderìna | Caldarína, piccolo recipiente cilindrico d'alluminio da circa due litri con manico come il secchio. (detto) tira sü la calderína e va a tœ ‘l lacc - prendi la “caldarína” e va a prendere il latte.
Caldirœla,Nella stufa a legna è il contenitore che mantiene l’acqua calda.
Calgà car, che ha caro. (detto) l’é vúñ ‘calgà car l’unúr - è uno che ci tiene all’onore.
Calgà, che ha.
Calimà, occhiaie.
Cáliz, calice.
Calúr, calore; animale in calore. (detto) la me càgna l’é in calúr - la mia cagna è in calore.
Calüra, caldura.
Calurìfar, calorifero, termosifone.
Calzerótt | Calzarótt, calzerotto; calza corta.
Calzètt, calze.
Calzetúni | Calzetúñ, calzettoni; pesanti di lana.
Calzúni | Calzúñ, calzóne; pantaloni.
Camamèla, camomilla.
Camèll, cammello; debito. (detto) al ma lasà un bèl camèll - mi ha lasciato un bel debito.
Caméñ, camino.
Cameré, cameriere.
Caminà, camminare.
Camiþèl, gomitolo.
Camíþa | Camiþœ, camicia.
Cammàstar, capomastro.
Càmp, campi; campagne.
Campàn a martèll, (campane a martello). È la campana più grossa suonata assieme alla campanella più piccola. Era una specie di allarme, si suonava in caso di incendio o eventi particolari per allarmare la popolazione.
Campàn a Mórt, campane a morto; calpana singola che avverte la popolazione che è morto qualcuno.
Campanèla, campanella ; ultima campana che suona prima dell’inizio della Messa. (detto) mœvàs ca ghe già sunà la campanèla, se nó a rivúm in ritard a mésa - muoviti che è già suonata la campanella, altrimenti arriviamo tardi alla Messa.
Campanèll, campanello.
Campanéñ, campanile.
Campé, guardia campestre.
Campiúñ, campione.
Campurèla |Capurèla, l'appartarsi fra due innamorati.
Camúra, camorra.
Càñ, cane.
Càna, canna.
Canà, sbagliare.
Canàia, canaglia.
Canàl, canale.
Canàpia, muco nasale.
Canaréñ, canarino.
Canarüz, gola | trachea.
Canarœz, trachea.
Cancanéñ, specie di chiodo quadrato, piegato a 90° verso i tre quarti della sua lunghezza, che piantato nel muro serve a sostenere tubi, legni, ecc.
Cancelà | Cancèla | Cancialà, cancellare.
Cancelàva | Cancialàva, cancellare | cancellata come recinzione.
Cancèl, cancello.
Candìra, candela. (detto) ta vegn gió la candìra dal naþ - ti scende il muco dal naso.
Candirée, bugia porta-moccolo | candelieri; quelli che si mettono ai piedi del letto del morto (non ancora messo nella bara) per la veglia funebre e per il rito.
Candúr, candore.
Canée, canneto.
Canèla, bastone per mescolare la polenta | persona ingenua. (detto) se própi un canèla - sei proprio tonto o poco sveglio.
Canelótt, capelli lunghi e ondulati.
Canéñ, bocchino per sigarette | dente.
Canèstar, canestro.
Canestrœ', piccolo canestro.
Canétt, vene della gola. (detto) dal vusà ga vignéva fœ parfìna i canett da la gula | gura — gridava tanto forte che si evidenziavano le vene della gola.
Canéta, cannetta | spina dorsale | cannuccia : per bere le bibite. (detto) ti dumà vidé ul laurà ta fa ma la canéta - a te solo vedendo il lavoro fa male la spina dorsale, (nel senso che è un lazzarone).
Cànfura, canfora.
Canìcc, muco che scende dal naso con il raffreddore.
Canigiàtt, ragazzo che fa il bullo.
Cànof, canapa per vestiario | per idraulici. (detto) «domanda» : uei Pieréñ te metü sü béñ ul cánof sül filètt dal tübu ? « risposta» : cumé sémpar Pepìno ! - Pierino hai messo bene la canapa sul filetto del tubo ? Come sempre Peppino !
Canúñ, cannone | tubo per lo scarico del fumo della stufa a legna.
Canótt, cannotto.
Canpanéñ, campanile.
Cansaüþ, segugio. (detto) sügüta nó a vignì dre cumé un cansaüþ ! - non continuare a seguirmi come un segugio.
Cantà, cantare.
Cantà ul démidémi, cantare il "demidemi". (detto) chellì l'è dré a cantà ul démidéemi- quello sta cantando il "demidemi" (essendo un attacca brighe, sta rischiando di prender botte).
Cantabìl, cantabile.
Cantiné, cantiniere.
Cantìr, travi in legno per sostegno “cudaghétt”.
Cantúñ, cantone | angolo.
Cantunàva, fregatura.
Cantunéñ, cantuccio.
Cantúr, cantore | chi canta in un coro.
Canuciàl, cannocchiale.
Canúñ, cannone | tubo di scarico per il fumo della stufa "economica" (a legna e carbone).
Canunàva, cannonata.
Canzúñ, canzone.
Canzunà, canzonare, deridere, prendere in giro.
Canzunéta, canzonetta : breve canzone popolare da cantare, anche senza musica.
Càp, capo.
Càpa, cappa : del camino.
Capàra, caparra.
Capèla, cappella | glande.
Capelàva | Capalàva, cappellata; colpo dato col cappello; sbaglio in genere; un lavoro sbagliato.
Capeléñ | Capaléñ, cappellino.
Capeléta | Capaléta, edicola, capitello, piccola chiesetta ad uso saltuario costruita in periferia dove inizia la campagna .
Capèl, cappello. (detto) té tacasü 'l capèl - hai appeso il cappello. Detto allo sposo che è andato ad abitare nella casa della sposa.
Capì, capito; capire. (detto) te capì - hai capito.
Capitàl, capitale. (detto) te se un bèl capitàl - sei un bel capitale : sei uno che non vale niente.
Capitàñ, capitano.
Caplaúr, capolavoro.
Capúñ, cappone; galletto castrato.
Capunà, castrare i galletti per renderli capponi.
Caposcàra, capo scala.
Capostaziúñ, capostazione.
Capótt, cappotto | grosso pastrano ; vincere una partita senza che l’avversario abbia fatto un punto.
Capriàva, capriata.
Caprìzi, capricci : dei bambini.
Capriziúþ, capriccioso
Capúcio, cappuccio : copertura del capo a forma conica.
Capunéra, gabbia dei polli | stia.
Caràfa, caraffa.
Caragnà, piangere.
Caragnúñ, piagnone. (detto) sa te ghe da caragnà, caragnúñ? - cos’hai da piangere, piagnone?
Caramèj, caramelle.
Caramèla, caramella.
Carampàna, una donna brutta e solitamente vecchia.
Carangèl, canale di scolo centrale a filo strada fra due selciati che finisce nel tombino della fogna.
Caràtar, carattere.
Carbúñ, carbone.
Carbunàtt, carbonaio.
Carbunèla, carbonella.
Carbunizzà, carbonizzato.
Carburà, carburato : pieno di vino, ubriaco.
Carburadúr, carburatore.
Cardénza, credenza : mobile da cucina o da sala da pranzo, con alzata, dove si ripongono i cibi, le stoviglie, gli arredi da tavola.
Cardenzúñ, simile alla credenza : generalmente usato anche per riporre padelle e tutto il necessario di cucina.
Caregà | Carigà | Caragà, caricato.
Caréga, carica; pranzo offerto ai muratori quando portano a tetto una casa. (usanza) Era di uso comune mettere sul punto più alto del tetto un pinetto a simboleggiare che la casa "era a tetto", oggi si mette la bandiera italiana, ma è una tradizione che sta scomparendo.
Caregadúr, caricatore.
Caregadüra, caricatura.
Carégia, solco profondo sulla terra battuta, lasciato dalle ruote dei carri : quelli trascinati dai cavalli.
Carengiàn | Carangiàn, carrareccia: strada di campagna percorribile con carri | distanza fra le ruote di un carro situate sullo stesso asse (sono due solchi paralleli con al centro una stradina di circa 80 cm dove camminava il cavallo trascinando la caréta fra le carrarecce) profondi circa 10÷20 cm dove scorrevano obbligatoriamente le ruote del carro.
Caréta, carro : veicolo a trazione animale, usato per trasporto dai contadini.
Careté | Caraté, vetturino; carrettiere: che guida il carretto con cavallo.
Caretéñ | Caratéñ, carrettino a due ruote che si conduce a mano.
Caretìna | Caratìna | Cariœla, carriola.
Carèza, carezza.
Carià, cariato.
Carìch, carico.
Carieœ', tarlo. (eux alla francese)
Carìþna, fuliggine ; materia nera che il fumo lascia nelle gole dei camini : nerofumo.
Carlocúdiga, di mentalità arretrata. (detto) a te se restà ancamó ai temp dal Carlocudiga - sei rimasto ancora con la mentalità e usanze vecchie : “di Carlocudiga”.
Càrna, carne.
Carnavàl | Carnavàa, carnevale.
Carœ', prediletto dai genitori | preferito.
Carótula, carota.
Caróza, carrozza.
Carpiúñ, carpione; marinato.
Carta da zücur, carta di colore blu che si avvolgeva lo zucchero sfuso.
Carta 'rgentìna, tipo carta stagnola interna nei pacchetti delle sigarette.
Carta surbénta, carta assorbente ; si usava per asciugare l’inchiostro dopo aver scritto sul quaderno, (quando ancora s'intingeva il “penéñ” - pennino nel “calamàr” - calamaio).
Cartèla | Cartaléta, cartella; cartelletta.
Cartèll, cartello.
Cartelúñ | Cartalúñ, cartellone.
Cartéra, cartiera.
Cartúñ, cartone.
Cartulé, cartolaio.
Cartulerìa, cartoleria.
Cartulìna, cartolina.
Cartunéñ, cartoncino.
Caruàna, carovana; tipo quella degli zingari di una volta.
Carübi, carruba.
Carücula, carrucola.
Caruzèla, carrozzina; per neonati.
Caruzerìa, carrozzeria; della macchina o officina .
Càsa, cassa; cassa da morto. (detto) cúma l’é cara la casa da mórt, l’é mei a ciapá na cióca e pensàgh pü - come è cara la cassa da morto, è meglio prendere una sbornia e non pensarci più.
Càsa da mórt, cassa da morto.
Casabàncha, cassapanca.
Cascià, cacciare; mandar via. (detto) te cascià via ‘l càñ? - hai cacciato via il cane? (detto) süta no cascià bàll - non continuare a raccontare frottole.
Casciabàl, racconta palle; bugiardo.
Casciadéñ | Casciadénta, mettere dentro. (detto) casciadénta chel rópp - metti dentro quel coso.
Casciaséd, un qualcosa che ti fa venire sete.
Casciavìd, cacciavite.
Casér, cassiere.
Caséta, cassetta; tipo quella della frutta.
Casetéra, cassettiera.
Casetúñ, cassettone : mobile, con piano per lo più di marmo e con parecchi cassetti per riporvi biancheria, ecc.
Casétt, cassetto.
Caþéñ, ex casa di tolleranza (quello che c'era in Via Po ora Via Forze Armate a Gallarate).
Casìna, cascina.
Casótt, casino; bordello.
Casúñ, cassone. (detto) sèra ‘l casúñ di legn - chiudi il cassone della legna.
Castàñ, castagno pianta, colore castano.
Castanèi, castagneto; funghi.
Castégna, castagna.
Castégn, castagne.
Castèll, castello.
Castigamàt, castigamatti.
Castìgh, castigo.
Castrà, castrato.
Castrúñ, castrone.
Castrunèl, persona con voce sottile, fine.
Caþualmént, casualmente.
Caþurà Sempiúñ, Casorate Sempione,
Catà | Catasü, raccogliere. (detto) va a catasü i patati - vai a raccogliere le patate. (detto) va a catà i curnìtt - vai a raccogliere i fagiolini, (cornetti). (detto) tè sé dré fàþ catasü — ti stai facendo prendere in giro (detto). Cùrr se no i ta càtan — corri altrimenti ti prendono.
Catafìgh, sganassone | sberla.
Catanài, tipo un rottame o di poco valore. (detto) in due ca te ‘se ndài a rubá chel catanài lì ? - dove sei andato a recuperare quel rottame lì ?.
Cataràtt | Ciaparàtt, addormentato ; uno che si lascia sfuggire una buona occasione. (detto) a te se própi indurmentá, ten cátat pü da ratt - sei proprio addormentato, non ne prendi più di topi; (nel senso che d'affari buoni non ne farà mai).
Catàs, prendersi.
Catascià, raccogliere | raccattare | "impadronirsi"..
Catifà, faticoso.
Catìv | Catìf, cattivo.
Católich, cattolico. ( detto) quél fiœ li, l’é mia trópp catolìch - quel ragazzo lì non è troppo a posto.
Càul, cavolo.
Caulfiúr, cavolfiore; broccolo.
Cavà, attingere; levarsi i pantaloni, il cappello, un dente ecc. (detto) a te cavà i calzún ? - hai tolto i pantaloni ?. (detto) te cavà l’acqua ? - hai attinto l’acqua ?
Cavabusciúñ | Tirabüsciùñ, cavatappi.
Cavàgna, paniere ; cesto di vimini, a fondo generalmente circolare, con un solo manico in cui si può infilare il braccio. (detto) la Mariana la va in campagna cún la sàpa e la cavàgna, cúl falcétt dadré dal cü, la Mariana la vegn ca pü - la Marianna va in campagna con la zappa e il canestro, con la roncola o “falcetto” dietro il culo, la Marianna non ritorna più ; è una tiritera o scioglilingua simpatico.
Cavagnœ', piccolo cesto di vimini con manico.
Cavaléñ, cavallino.
Cavalér | Bigàtt, bachi da seta.
Cavaléta, cavalletta.
Cavalétt | Cavalìtt, cavalletto; cavalletti.
Cavalìna, cavallina.
Cavàll, cavallo.
Cavàll da scúnca, cavallo a dondolo.
Cavèj | Cavìj, capelli della testa.
Cavezàl | Cavédan, cavedano, pesce del Ticino.
Cavìcc, chiodo di legno; chiodo di legno amovibile usato per fissare oggetti ad incastro nell'altro (nell'aratro, nel timone del carro, nella serratura, nella pialla, nella falce fienaia, una scala a cavìcc, etc.).
Cavigéñ | Cavigétt, zipolo della botte.
Cavigœ', picchetto che unisce il giogo al timone del carro.
Cavigèla, perno dell'aratro.
Cavigióna, perno inserito nell'albero orizzontale del mulino.
Cavìgia, caviglia.
Caviúñ, capellone.
Càvra | Bic, capra.
Cavriœ, capriolo.
Cazœla, cazzuola del muratore.
Cazœra | Casœla,| piatto tipico milanese.
Cazótt, cazzotto | forte pugno.
Cazutúñ, scappellotto.
Cazü, mestolo.
Caþ | Càsu, caso | non all’altezza | non in grado | senza possibilità economiche. (detto) chest’ànn le mia ‘l caþ da fa àltar speþ - quest’anno non siamo in grado di fare altre spese. (detto) l’é mia ‘l caº da met gió ‘n spüèl - non è il caso di lamentarsi.
Caþà | Càþum, occupato. (detto) te me caþà ul póst? - mi hai tenuto il posto? (detto) càþum ul póst che vó a pisà - tienimi occupato il posto perchè devo andare ad orinare.
Caþàscia, locale attiguo ad uso ripostiglio.
Caþéñ, casino | caos | casa di tolleranza.
Céd, cedere.
Cedràva, cedrata.
Celèst, celeste.
Celestèñ, celestino | azzurrino.
Cént, cento.
Cérc, cerchio.
Cercà | Circà, cercare.
Cercasü, chiedere l'elemosina.
Cercàva | Circàva, cercava.
Cerciúñ, cerchione : quelli delle automobili in genere.
Cercutúñ | Circutúñ, scroccone | chi chiede sempre e possibilmente gratis.
Ceributána, cerbottana.
Cerighétt | Cirighétt, uovo al tegame | chierichetto.
Cerótt, cerotto.
Cerúþa | Bèla céra, persona simpatica, cordiale, gentile, (che fa "bella cera").
Cervèla | Cirvèla, cervello, (di animale che si compera dal macellaio per cucinare).
Cervelé | Cervalé, pizzicagnolo | salumiere | chi gestisce una bottega di salumi, formaggi, ecc.
Cervèl, cervello.
Cesà, cessare | smettere. (detto) va fœra, a vidé sa ghe cesà ul tempurá,l o sa la già dismetü da piœv - va fuori a vedere se è cessato il temporale o se ha già smesso di piovere.
Cèss | Kàmar, cesso | latrina | ritirata | gabinetto: bugigattolo ad uso comune di più famiglie, chiamato anche “ numero cento”, posto solitamente al centro del cortile, di dimensioni ridotte, circa un metro quadrato, senza acqua corrente ne carta igienica (si adoperava solitamente dei fogli di giornale o la carta che si recuperava), con un buco diretto per lo “scarico” e due mattoni per appoggiarvi i piedi. Quando la cisterna era piena si chiamava “ul bunzàt”, un contadino che aveva la “búnza” (vedi voce) per trasporto feci (m....) Ad uso ingrasso campi . (detto) indúa ghe 'l cèss ca ma scàpa da cagà - dove c’è il cesso che mi scappa la cacca.
Césta, zana | cesto.
Cestéñ, cestino.
Cestùñ, grossa cesta.
Chéla la, quella.
Chéla che in cœ, quella che oggi.
Chéll nóstar, che il nostro. (detto) al savéi nó chell nóstar l’eva püsé lungh dal vóstar - non sapevo che il nostro era più lungo del vostro.
Chellà | Cheschì, quello là | questo qui. (detto) te vœ chellà o cheschì - vuoi questo o quello.
Chést, questo.
Chì, qua. (detto) vegn chi - vieni qua.
Chìchera, chicchera; piccola tazza, con manico, per il caffè, tè, cioccolata e simili.
Chichinscì, qua | qui. (detto) chel rópp li métal chichinscì - quel coso lì mettilo qua.
Chignœ |Cügnœ, cuneo in legno | o di ferro per spaccare la legna.
Chìlu, chilo.
Chivigiœ, pezzetti di legno rotondi e appuntiti per fare il buco nel terreno e mettere il chicco per la semina del granoturco.
Chivizà, accomodare x bene | raccogliere a mazzi.
Chœþ, cuocere.
Ciàciar, chiacchiere | anche biscotti. (detto) dam un chilu da ciáciar di dónn - dammi un chilo di chiacchiere delle donne.
Cialàva, poco o niente. (detto) la cumprà la biciclèta ma ‘l ga dai na cialàva - ha comperato la bicicletta ma gli ha dato poco o niente.
Ciàma, chiama.
Ciamà, chiamato | chiamare.
Ciàp, natiche | cocci. (detto) dópu Pasqua bisógna stà legér, ga vœr mangià insalata e ciàp - dopo (l'abbuffata) la Pasqua bisogna stare leggeri, bisogna mangiare insalata e uova sode (ciàp) NB un uovo sodo tagliato in due forma due "natiche" (ciàp).
Ciàpa, chiappa | natica | prendere.
Ciapà, preso | prenderle | prendere | buscarle. (detto) a sóm ciapà- sono preso (dal lavoro ecc.). (detto) 'ha ió ciapà - le ho prese.
Ciapacàñ, acchiappacani.
Ciàpal, prendilo.
Ciapamósch | Ciapamúsch, prendi mosche; striscia appiccicosa appesa al soffitto | specie di ciotola con coperchio, con una fessura particolare “di non ritorno” di mezzo centimetro circa, dove entravano le mosche a succhiare acqua e zucchero e non ne uscivano più.
Ciaparàtt, persona buona a nulla.
Ciapàsala, prendersela.
Ciapéan, prendevano.
Ciapéñ, pochino.
Ciàr da l’œv, chiara | albume dell’uovo crudo.
Ciàr e nétt, chiaro e netto | sinceramente.
Ciàr, chiaro | luce. (detto) pìza ul ciàr - accendi la luce.
(detto) l’é già ciàr? - è già chiaro? ; nel senso che è già mattino. (detto) sóm stai ciàr? - sono stato chiaro? (detto) l’é un culúr ciàr - è un colore chiaro. (detto) tal dìþi ciàr e tónd - te lo dico chiaro e tondo.
Ciaréñ, lucina; piccola luce.
Ciarescürr, chiaroscuro. (detto) a gó un pú da ciarescürr in famiglia - ho un po’ di disaccordi in famiglia.
Ciarlatãn, ciarlatano.
Ciàv, chiave.
Ciavà, chiuso | avere rapporti sessuali | chiudere a chiave. (detto) se stai ciavà ! - sei stato fregato. (detto) te ciavà la pórta? - hai chiuso la porta? (detto) ho ciavà che la tuþa la - ho scopato quella ragazza. (detto) a füria da dagh e dagh te restarétt ciavá - a furia di insistere rimarrai fregato.
Ciavasü, chiudere la porta o anche la serratura.
Ciavàva, fregata | fare l’amore.
Cicà, sputare |masticare tabacco.
Ciciarà, chiacchierare.
Ciciarúñ, chiacchierone.
Cicinéñ | zìch, pochino. (detto) dàman un cicinéñ - dammene un pochino.
Ciciúñ, ciccione.
Ciclìsta, ciclista | riparatore di biciclette.
Ciculàtt, cioccolato. (detto) che figüra da ciqulàtt - che figuraccia.
Cicutà, agitare | sbattere | scuotere.
Cicutàla, raccontarla | agitarla. (detto) sügüta nó a cicutàla sü - non continuare a raccontarla. (detto) bisogna dagh una cicutàva prima da bevala - bisogna agitarla prima di berla.
Ciél da la bóca, palato.
Ciél, cielo.
Cìfar, cifre | iniziali.
Cifúñ, comodino : mobiletto con cassetto e sportello.
Cilàpa, uno che parla in continuazione senza senso. (detto) ti se bùñ da fa andà dumà la cilàpa - te sei capace solo di parlare per niente.
Cilóstar, cero Pasquale; benedetto il Sabato Santo e collocato accanto all’altare, si accende nelle funzioni sacre fino all’Ascensione.
Cìch, gomme da masticare | mozziconi di sigarette.
Cìma da la pianta dal furmentúñ, pennacchio.
Cimitéri | Murtóri | Cimitœri, cimitero.
Cinciapèta, ragazzina sveglia; che parla come una saputella.
Cinquantàla, raccontarla. (detto) sügüta nó a cinquantàla sü, mœas andèm - non continuare a raccontarla, muoviti, andiamo.
Cintigliúñ, basette lunghe fino sotto le orecchie.
Cintüra | Zentüra | Zénta | Zìnta , cintura.
Cióca, sbornia | campanaccio | traballa.
Cióch, ubriaco.
Ciód, chiodo.
Cióþ, chiuso: terreno recintato vicino alla casa ( dal latino clausus).
Cipì, uno che continua a parlare; anche per niente.
Ciculàtt, cioccolato. (detto) che figüra da ciqulàtt - che figuraccia.
Cìrcul, osteria; dove si andava per bere il vino.
Cirighìtt, chierichetti.
Cistúñ | Scarúñ, torsolo del cavolo; mele ecc.
Cìtu | Cìto, silenzio | zitto. (detto) fa cìtu — fai silenzio.
Ciucatúñ, ubriacone.
Ciucàtt, beone | bevitore | ubriacone. (detto) te se própi un ciucàtt - sei proprio un ubriacone.
Ciuchéñ, campanaccio.
Ciücia, succhia.
Ciücià | Sciüscià, succhiare.
Ciúcio, succhiotto.
Ciüff | Züff, ciuffo.
Ciulà, fare l’amore.
Ciúla, tonto | ingenuo | intercalare nel discorso "caspita". (detto) te se própi un gránd e ciúla - sei proprio alto e tonto.
Ciuladùr, “latin lover” (grande "scopatore").
Ciulandàri, sempliciotto | indolente.
Ciürlu, rullo di sasso per spianare il terreno.
Ciüþéñ, chiusino : tipo quelli delle strade.
Civásch, ex allievo della scuola materna “PRINCIPE DI PIEMONTE”. (aþìli da sóta - asilo di sotto) poi Giuseppe Mazzini.
Clèr, saracinesca del negozio.
Có, testa. (detto) cent có cent zúch, cent cü duþént ciàp - cento teste cento zucche, cento culi duecento chiappe.
Cobàs, capofitto.
Cop, tegole.
Cœgh, cuoco.
Cúnt, conto. (detto) stasìra a fèm i cœnt ! - stasera ti sistemo io ! : detto a qualcuno che ti fa arrabbiare. (detto) te me fai ul cœnt? - mi hai fatto il conto?
Cœr, cuore.
Cœv | Cóva | Cuvúni, covone ; fascio di piante di cereali mietute e legate insieme, (quando si falcia il grano a mano).
Cœþ, cuocere.
Có dór, testa d'oro (avere i sodi per comperare una testa d'oro).
Coll, collo.
Comùda, comoda (per anziani).
Cóp, tegola.
Cópat, ammazzati; detto bonariamente. (detto) ma cópat ! - ma ucciditi : detto quando uno continua a rompere.
Córnu, corno | calzatoio.
Corpisdómini, Corpus Domini.
Cósta, salita | pendio. (detto) la cósta da la vàl — quella stradina che è di fianco della cascina della valle.
Cótt | cóta, cotto | cotta | cottura del pane. (detto) a te catà un bèla cóta - hai preso una bella cotta. (detto) ul Giuàn l’é cótt da la Maria - il Giovanni è innamorato della Maria.
Crabignér, carabinieri.
Cràmp, crampi.
Cràpa da mórt, teschio
Cràpa, testa. (detto) a te ghe na bèla crapa - hai una bella testa : nel senso di rimprovero.
Crapúñ, testone | zuccone.
Créa, creta; terra creta.
Creanza, rispetto. (detto) a ghe pü da creanza — non c'è più rispetto.
Créd, credere.
Créna, fessura | taglietto alle castagne per non farle scoppiare quando si fanno le caldarroste.
Crép, crepato.
Crepà, morto | oggetto crepato.
Crépa, muori | fessura nel muro | crepa nel terreno arido. (detto) crépa bestiàscia - muori bestiaccia. (detto) va che crépa ca ghe in dal mür - guarda che fessura c’è nel muro.
Crepafœ', screpolato.
Crés, crescere.
Cresü, cresciuto.
Creþmà, cresimare | sberla. (detto) hai tan creþmà? - ti hanno dato una sberla o cazzotto ecc.
Crià, scricchiolare | suono del grillo.
Criànza, educazione | buone maniere.
Crìbi | Crübi, crivello; setaccio per sabbia o per granaglie .
Cribià, setacciare.
Crìnciu | Crìspal, esclamazione tipo; cribbio ecc.
Cróch, lo sporco in genere | sul corpo prima della doccia. (detto) va a fa la dócia ca te ghe sü ‘l cróch e te spüzat — vai a fare la doccia che sei sporco e puzzi.
Cróda, cade.
Cróst, croste. (detto) tan vungiü i cróst - ti hanno dato una battuta, (o picchiato).
Cruatéñ, parte del vestito dietro il collo. (detto) l'ho cipà par ul cruatéñ e l'ho sbatà fœ — lo preso per il vestito dietro il collo e lo buttato fuori.
Crucànt, croccante ; dolce caramellato con le mandorle.
Crüd | crü, crudo.
Crudà | Burlagió, staccarrsi | cadere. (detto) a ghe crudà tütt i fìgh - si sono staccati tutti i fichi. N.B. "Crudà": quando le foglie secche o il frutto troppo maturo si stacca dalla pianta. "Burlagió" Cadere di forza maggiore le foglie o i frutti.
Crudœgn, colore del frutto acerbo.
Crüèl, castagne sciolte, (fuori dal riccio).
Crüscé, uncinetto.
Crüsciúñ, abbassato, seduto sulle gambe ma sempre diritto.
Crustìt, pane arrostito.
Cruþ, croce.
Cruþœ', crogiolo.
Cü, culo | sedere.
Cúa, coda.
Cuà, covare.
Cuarúsa, codirosso.
Cuatà, coprire.
Cuàz | güjàzz, padrino di battesimo.
Cuàza | güjàzza, madrina di battesimo.
Cuazìtt, codini, (nei capelli).
Cübàss, "culo" basso.
Cubià, accoppiare | piegatura delle lenzuola e simili.
Cübiót, "culo" nudo.
Cucèta, testata del letto.
Cuciœ, cappello di lana fatto ad uncinetto che si metteva generalmente per andare a dormire.
Cucú, cuculo : uccello della nostra brughiera, e (suranóm) soprannome dei Casoratesi. (cronistoria del cucú): dicesi che il curato di Casorate per disfarsi di un cuculo che lo disturbava durante la messa, ordinò al sacrestano di eliminarlo. Salì sul campanile dove catturò il cuculo dal suo nido, essendo un tipo poco sveglio decise di buttarlo giù al suolo in modo che si sfracellasse, data l’altezza, ma quando il cuculo fu scaraventato verso il basso aprì le ali e spiccò il volo e col suo tipico verso di cucú si allontanò. Da quel momento i Casoratesi furono chiamati cucú.
Cuculà, coccolato.
Cücümar, cetriolo.
Cúd | Cùt, cote : serve per affilare la falce fienaia.
Cudé, corno di bue (quando viene utilizzato come custodia per la cote).
Cudà | Cudàva, affilare la falce. (detto) dagh una cudàva ala “ranza”che gó da taià ‘l féñ - affila la falce che devo tagliare il fieno.
Cudaghét, listelli di legno per sostenere le tegole.
Cudaghéta, listello di legno per sostenere le tegole.
Cudée, corno di animale (solitamente del bue) svuotato e riempito di acqua, che fa da porta cote (cúd), con gancio per appenderlo alla cintura dei pantaloni (calzúni); serve per affilare la lama della falce fienaia (rànza) durante la falciatura.
Cudeghéñ, cotechino | salamino.
Cùdiga, cotenna di maiale | strato superficiale del terreno erboso fornito di radici.
Cuéñ, codino.
Cuèrc, coperchio della pentola | o della stufa economica.
Cuercétt | cuarcétt, coperchietto : il più piccolo della stufa economica.
Cuèrta, coperta.
Cuéta, codino | (lat cauda: striscia di terra) | zona di Casorate; Via XXV aprile e le vie limitrofe.
Cuetà | Cuatà, coperto.
Cügià, cucchiaio.
Cügiarúñ, mestola : sorta di grosso cucchiaio tondo e quasi piatto, per rimestare le vivande. (detto) ti quándu te sévat piscinéñ a te picàvat ul cugiarúñ sül có - tu quando eri piccolo picchiavi il cucchiaione sulla testa; (per far capire che è poco furbo).
Cugitúr, coadiuvante del parroco | vice parroco.
Cügn | cugnœ, cuneo.
Cugnós, conoscere.
Cugnusü, conosciuto.
Cugnusüa, conosciuta.
Cuìt, legamento del covone.
Cujúñ, coglione.
Cujunà, farsi deridere | preso in giro | ingannato.
Cüla | Cüna, culla.
Culà | Curà, colare.
Cüla, culla.
Culàr, collare.
Cülatúñ, culattone.
Culaziúñ, colazione.
Culéñ, colino.
Cúlmu, trave al colmo per sostegno “cantìr”.
Cülót, culottes : mutande da donna.
Cúlp, colpo. (detto) a te me fai vegnì ’n cúlp - mi hai fatto venire un colpo.
Cultìv, coltivo.
Cultüra, cultura | terra grassa | strato superficiale del terreno, quello che si “coltiva”.
Culucamént, dote | soldi per sposarsi.
Culúr, colore.
Cumà, levatrice.
Cumbüta, combutta | sfida.
Cumé | Tamé | Temé, come. (detto) te se cunscià “cumé / tamé / tem” ‘n barbúñ - sei conciato come un barbone.
Cumegnúñ | Cumagnúñ, comunione.
Cümèrlu, culo nero del pomodoro.
Cumincià, iniziare.
Cumó, comò : cassettóne a due o tre cassetti sovrapposti. (detto) ritira la biancheria in dal cumó - ritira la biancheria nel comò.
(detto) va sü in dal casetúñ e tira fœ la biancheria dal prìm casétt - va su nel cassettone e tira fuori la biancheria dal primo
cassetto.
Cumpàgn | Istèss, uguale | compagno: di scuola o nella vita.
Cumpàgna, compagna: di scuola o nella vita.
Cumpagnà, accompagnato/i.
Cumpagnàva, accompagnata.
Cumparì, comparire.
Cumpatì, compatire.
Cumpensà, ricompensato | compensato : fogli di legno.
Cumpét, competere.
Cumpeþà | Cumpaþà, companatico. Ciò che viene mangiato accompagnandolo con il pane (detto) cumpéþa cul pàñ - mangialo assieme al pane (detto) a ghe nagótt da cumpeþà cul salaméñ ca te se dre mangiá? - non c’è il companatico da mangiare assieme
al salamino?
Cumpì | Cumpìss, compiere; (gli anni ecc).
Cumplimént, complimenti.
Cumprà | Crumpà, comprare.
Cúmpra, compera | incinta. (detto) la Maria l’é in cúmpra - la Maria è incinta.
Cumudà, accomodare.
Cumudéñ, comodino.
Cümúñ, comune.
Cümügniúñ | Cümagnúñ, comunione.
Cumuü, commosso.
Cún, con.
Cúnca, buca lasciata dalle pozzanghere nelle strade sterrate | avvallamento.
Cunclüd, concludi.
Cundì, condimento.
Condìs, condire.
Cunfesiunàri, confessionale.
Cunfesúr, confessore.
Cunfidà, confidare.
Cunfiscà, confiscare.
Cunfüþiúñ, confusione.
Cunpiasé, con piacere.
Cunprendü | Capì, capire.
Cunsarèll, messo Comunale.
Cunscià, conciato.
Cunsegnà | Cunsignà, consegnare.
Cunséns | Giustamént, consenso matrimoniale: reciproca dichiarazione di voler contrarre matrimonio | andare dal parroco per il matrimonio. (detto) l’é ’n dai ala geºa - è andato dal parroco per il consenso alle nozze. (detto) ta dó ul me cunséns - ti do il mio consenso ”per fare quel lavoro”.
Cunsèrva, conserva.
Cunsórt, consorte.
Cunsulaziúñ, consolazione.
Cunsumà, consumato.
Cúnt, conte | con. (detto) va chellà cúnt ul füsìl in spala - guarda quello con il fucile in spalla.
Cüntà, contare | contare soldi o numeri ecc.
Cünta, racconta | dimmi.
Cüntabàl, racconta bugie.
Cüntàs, contarci.
Cuntasü, racconta.
Cuntént, contento.
Cuntentà, accontentare.
Cuntentàl, accontentalo.
Cuntentàs, accontentarsi.
Cúntra, contro.
Cuntràri, contrario.
Cuntratémp, contrattempo.
Cuntràva, contrada : strada di luogo abitata ; anticamente rione quartiere.
Cuntravenziúñ, contravvenzione.
Cuntribuì, contribuire.
Cupatúñ, cazzotto dietro la nuca, (sulla collottola).
Cupéñ, collottola la parte del collo dietro la nuca. (detto) ta dó na tapàva in sül cupéñ — ti do una sberla sul collo dietro la nuca.
Cupià, accoppiarsi | copiare ; un compito | (detto) chi dü la‘i sèn própi cupià - quei due si sono proprio accoppiati (nel senso dispregiativo). .
Cürà, curare | ben curata; in ordine.
Cüràd, curato | sacerdote che cura le anime in parrocchia.
Curagiúþ, coraggioso.
Curài, corallo | perline da infilare come collana. (detto) la ghéa sü na culàna da curài - aveva su una collana di coralli.
Curàm, cuoio.
Curàva, polmone, (che si compra dal macellaio per cucinare).
Curbàt | Scurbàt, corvo.
Curdéñ | Curdiœ, cordino.
Curéngia | cìnta, cintura di cuoio.
Curér, corriere.
Curgiü, accorgere | facoltà di accorgersi.
Curiàndul, coriandoli.
Curiéra, corriera | autobus di linea, (famosa quella dei “Paulìtt”).
Curiúþ, curioso.
Curmégna, topo da fogna.
Curnabœ’, cervo volante.
Curnàgh, corniolo.
Curnìtt, fagiolini.
Curnìþ, cornice.
Curóbia, avanzi di cucina bolliti in un pentolone di rame con aggiunta di , “panèl” misto di granoturco e crusca per le bestie .
Curóna, corona | anche del rosario.
Curpuradüra, corporatura.
Cùrr, correre.
Cúrt, cortile.
Cürt, corto.
Curtèla, arnese in ferro con lama e all’estremità due manici, serve per “spellare” la corteccia delle piante o per fare paletti di sostegno per le viti dell’uva.
Curtèl, coltello.
Cürücücü, pigna.
Cuscréñ | Cuscrìt, coscritto |coscritti.
Cüþà, dichiarare : al gioco delle carte “ Marianna “. (detto) te cüþà laMariana da fiúr? - hai dichiarato la Marianna di fiori?
Cuþé, cosa. (detto) cuþé ca te dì? - cosa hai detto?
Cüþéñ, cugino.
Cüþì, cucire.
Cüþìna, cucina.
Cuséñ, cuscino.
Cüþidüra, cucitura.
Cüþìna, cucina | cugina.
Cüþinà, cucinare.
Cüþiné, cuciniere.
Custànt, costante.
Cutìsc, frittelle rotonde e piene.
Cutúñ, cotone.
Cutunà, pettinare i capelli tenendoli rialzati.
Cutüra, cottura.
Cutúrni | Stivàj, stivali | scarponi fino al ginocchio.
Cü, culo | ano | sedere | deretano.
Cü da galìna, rammendo di una calza fatto male. (detto) fai nó ul cü da galina - non fare un rammendo rigonfio.
Cündré, culo indietro. (detto) stagh atent a che la machina li ca le dre andà in cündré - sta attento a quella macchina che sta andando in retromarcia.
Cünéta, cunetta.
Cünétt, cunette a lato strada.
Cuzàva, testata.
Cuzéñ, testina, (di un neonato).
Cuzúñ, ostinato | testone | testardo.